Nel secondo trimestre, il colosso americano della moda PVH ha aumentato i ricavi del 4%, grazie allo sprint di Calvin Klein (+12%) che, secondo le previsioni, dovrebbe ulteriormente crescere (da 8 a 10 milioni di dollari) dopo l’arruolamento di Raf Simons a chief creative officer. Nonostante l’utile si sia ridotto da 102,2 a 90,5 milioni di dollari, secondo il presidente e ceo Emanuel Chirico il risultato è superiore alle aspettative. Freno di PVH è la divisione “Heritage Brands” (Van Heusen, Izod e altri), il cui fatturato è sceso del 14%. Lieve crescita (+0,6%) per Steve Madden nel secondo quadrimestre 2016. Anche l’utile netto 24,7 milioni di dollari è in linea con i 24,5 milioni del periodo analogo del 2015. Edward Rosenfeld, presidente e amministratore delegato del brand newyorkese, ha sottolineato i robusti guadagni delle divisioni di calzature all’ingrosso Steve Madden Women’s e Dolce Vita. Il bilancio non ha però convinto del tutto gli analisti per il lento andamento nel settore calzaturiero private-label e per i deludenti ordini arrivati da alcuni distributori internazionali, asiatici in primis. Per questo l’azienda ha ridotto il suo outlook per il 2016 da +2-4% a +0-1%. (mv)
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