C’è chi dice no. Hermès e Dolce & Gabbana, Ferragamo e Chanel: “Vendere? Fuori discussione”

Piace farlo soprattutto ai francesi. Ma anche i cinesi non scherzano, mentre gli americani giocano il ruolo degli outsider. Parliamo di lusso e del trend, sempre attualissimo, delle acquisizioni. Ma, anche, della tendenza di analisti e “gole profonde” a ipotizzare operazioni da fantalusso che coinvolgono maison che, invece, sostengono con orgoglio la propria indipendenza. Caso n. 1: Hermès. In una recente intervista a L’Economia del Corsera, il ceo Axel Dumas (secondo da destra nella foto) oltre a dichiarare che “se vede una bella società, anche italiana, non per questo mi viene voglia di comprarla”, mette in sicurezza la sua, spiegando che, alla luce del tentativo di scalata di LVMH datato 2010, “abbiamo capito che la nostra priorità è conservare e trasmettere i valori di Hermès, non fare una buona operazione finanziaria”. Così, “Abbiamo blindato la società: il 53% del capitale è bloccato per i prossimi 20 anni”. Caso n. 2. Dolce & Gabbana. Domenico Dolce e Stefano Gabbana (secondi da sinistra nell’immagine) lo raccontano al Corriere della Sera: “Abbiamo avuto tante proposte di acquisto: le abbiamo rifiutate tutte. Non vogliamo che un designer giapponese inizi a disegnare Dolce & Gabbana”. Come troncare ogni tentazione sul nascere? “Abbiamo creato un trust per assicurare il futuro del marchio: nessuno di noi due lo può toccare”. Caso n. 3: Ferragamo. È tra i più “chiacchierati”, anche per la particolare situazione finanziaria e di prodotto. Annunciando l’addio del ceo Eraldo Poletto, a inizio marzo, il presidente Ferruccio Ferragamo (primo da destra nella foto) dichiara: “La vendita della società è fuori discussione: è andato via il ceo, non la proprietà”. Caso n. 4: Chanel (nell’immagine, primo a sinistra, il presidente Bruno Pavlovsky). Maison che piace a moltissimi, soprattutto a LVMH. Ed è, quasi per assurdo, proprio dal ceo di quest’ultimo, Bernard Arnault, che arriva la smentita. “Chanel rappresenta un business interessantissimo, ma noi non siamo in contatto con l’azienda. Non so chi ve lo abbia rivelato, ma a mio avviso si tratta di una fake news”, dice il manager francese alla stampa. Per qualcuno, però, questa pista rimane calda. Anzi caldissima.

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