Così come Burberry, Gucci (e Kering), anche il rilancio di Salvatore Feragamo richiederà più tempo del previsto. Gli obiettivi annunciati dal suo CEO, Marco Gobbetti (raddoppiare le vendite per arrivare a 2,2 miliardi di euro entro il 2027), sono sempre più lontani. Soprattutto dopo i risultati del primo trimestre 2024. In qualsiasi caso, la famiglia Ferragamo ha confermato Gobbetti che a sua volta si dice fiducioso sulla base dei miglioramenti visti negli ultimi mesi.
Tutto giù, l’abbigliamento crolla
Nel primo trimestre 2024, i ricavi di Salvatore Ferragamo sono stati di 227 milioni di euro, al di sotto delle aspettative degli analisti, pari a 237 milioni di euro secondo il consensus LSEG citato da Reuters. Il fatturato è sceso del 16,6% a tassi di cambio costanti e del 18,3% a cambi attuali. I ricavi provenienti dalle vendite di calzature, a cambi attuali, si sono ridotti del 18,3% a 101,9 milioni di euro. Quelli della pelletteria sono diminuiti del 18,5% a 87,7 milioni. L’abbigliamento è crollato del 30,5% a 13,4 milioni. Il calo dei ricavi è da attribuire alle difficoltà del marchio in Cina, all’interno di un generale rallentamento delle vendite in tutte le aree geografiche e in tutti i canali.
il rilancio di Ferragamo richiederà più tempo
“Ad aprile le vendite nel canale direct-to-consumer sono state leggermente negative, ma il trend è in miglioramento”, spiega Gobbetti nella conference call con gli analisti. Secondo Citi, Gobbetti ha trasmesso l’impressione positiva che Ferragamo possa essere vicina a un punto di svolta nel piano di rinnovamento del marchio. “Sebbene gli obiettivi di medio termine annunciati in precedenza siano una possibilità remota, riteniamo che la famiglia Ferragamo continuerà a sostenere il turnaround dell’azienda, avendo recentemente confermato il CEO Marco Gobbetti fino al dicembre 2026. Analogamente a Burberry e Kering, il turnaround di Ferragamo è più lento del previsto” scrive Thomas Chauvet di Citi nel commentare i dati della griffe. (mv)
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