C’entrano le borse (e Dior) nel +19% di LVMH, che sfiora i 20 mld

C’entrano le borse (e Dior) nel +19% di LVMH, che sfiora i 20 mld

LVMH batte le attese e sfiora i 20 miliardi di euro di giro d’affari nel terzo trimestre 2022. Il lusso si dimostra più forte dell’inflazione. Perché i big spender continuano a fare shopping: “Nessuno – chiosa Luca Solca di Bernstein – vuole essere la persona più ricca del cimitero”. Anche la divisione chiave di LVMH, moda e pelletteria, ha avuto un terzo trimestre più forte delle aspettative. Il miglioramento del business in Cina e lo shopping degli americani in Europa hanno premiato il gruppo francese. Per ora nessun nuovo rialzo dei prezzi all’orizzonte.

LVMH sfiora i 20 mld

I ricavi del terzo trimestre di LVMH sono aumentati del 19% su base comparabile a 19,8 miliardi di euro. La stima di Bloomberg si era fermata a 18,8 miliardi di euro. La divisione moda e pelletteria è cresciuta del 22%, meglio del consensus previsto del 16,2%. In particolare, Dior ha avuto una “prestazione eccellente” dei suoi articoli di pelletteria e prêt-à-porter, insieme al “successo continuo” di modelli come la borsa Lady Dior.

 

 

Migliora la Cina

I mercati sotto osservazione sono due: gli USA e la Cina. La crescita del mercato statunitense è in rallentamento. Nel terzo trimestre 2022 ha registrato il +11% su base annua, mentre nel periodo aprile-giugno 2022 era stata del 22% sullo stesso periodo del 2021. “Una buona parte degli affari si sta svolgendo in Europa – commenta il responsabile finanziario di LVMH, Jean-Jacques Guiony –. Gli americani tendono a trarre vantaggio dal dollaro forte”. Lo stesso Guinoy ha specificato che non si può parlare di ripresa in Cina, ma di miglioramento delle condizioni rispetto al precedente trimestre. Ma “non sono tornate alla normalità”. Lo riporta WWD.

Prezzi stabili

Con gli analisti si è parlato anche di prezzi. Guiony ha prima affermato come l’industria del lusso abbia il vantaggio di poter trasferire l’aumento dei costi ai clienti. LVMH sta affrontando “un certo livello di pressione sui costi”, ma “niente di sgradevole”. Infine, ha affermato che un aumento dei prezzi in Europa per beneficiare dell’afflusso dei consumatori statunitensi, per ora, non era in discussione. (mv)

Leggi anche:

 

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×