Meno vendite e meno utili per 2 anni, dopo un 2019 di assoluta positività. CHANEL prevede una significativa riduzione delle vendite e dei profitti sia nel 2020 che nel 2021. La maison francese rivela a Reuters il suo (molto positivo) bilancio 2019: 12,3 miliardi di dollari per una crescita del 13% a cambi costanti, con una crescita a due cifre della pelletteria. Nonostante Covid, CHANEL ha confermato gli investimenti nella supply chain, perché ritenuti molto più che strategici.
+13% nel 2019
CHANEL ha annunciato che nel 2019 le sue vendite hanno sfiorato i 12,3 miliardi di dollari, in crescita del 10% a cambi attuali e +13% a cambi costanti. L’utile operativo è stato di 3,5 miliardi(+16,6%). Le collezioni di abbigliamento hanno registrato una crescita del 28%. Le vendite di pelletteria e scarpe sono cresciute a doppia cifra. Nel corso di un’intervista telefonica concessa a Reuters, il CFO di CHANEL, Philippe Blondiaux, ha detto che non ci saranno grandi cambiamenti nelle strategie. Per esempio, resta confermato il “no” agli sconti per ridurre l’invenduto. Anche se gli analisti, scrive il Financial Times, hanno previsto forti ribassi. “Abbiamo regolato i nostri ordini dai fornitori in una fase relativamente precoce, quindi non prevediamo problemi. Scontare o distruggere l’inventario non è mai stato nella filosofia di CHANEL” ha dichiarato Blondiaux. Non a caso, CHANEL ha ritoccato al rialzo i prezzi dei suoi accessori “per adeguare il costo delle materie prime e le variazioni di valuta”.
Meno vendite e meno utili per 2 anni
Blondiaux prevede che ricavi e utili 2020 di CHANEL saranno “significativamente colpiti” quest’anno. Il tutto, nonostante la crescita a due cifre (e in certi casi superiore al 100%) registrata nelle boutique riaperte dopo i lockdown in alcune Paesi. Secondo Reuters, CHANEL, si aspetta ancora di realizzare un profitto quest’anno, ma sta riducendo di oltre un quarto gli investimenti pubblicitari e le promozioni e sta ottimizzando la produzione. “Prevediamo che il contesto globale continuerà ad avere un impatto negativo sul settore del lusso per almeno i prossimi 18-24 mesi” ha detto il manager.
Il controllo di filiera
Sempre Blondiaux ha confermato gli investimenti della griffe nell’integrazione verticale della supply chain. CHANEL, scrive Business of Fashion, possiede almeno 35 dei suoi fornitori e questa è la chiave del suo futuro. “Questo controllo acquisito negli ultimi 10 anni è, in larga misura, unico nel settore della moda”. (mv)
Immagini tratte da chanel.com
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