Chanel vuole proteggere la filiera per essere certa del suo futuro

Chanel vuole proteggere la filiera per essere certa del suo futuro

Proteggere la filiera produttiva. È l’obiettivo di Chanel “per continuare a esistere ancora nei prossimi 50 anni e oltre”. Lo afferma Bruno Pavlovsky, presidente delle “operazioni fashion” della maison transalpina. Che spiega, anche, perché i prezzi delle borse crescono e perché, per i prodotti moda e accessori, preferisce fare a meno delle vendite online.

Proteggere la filiera

Pavlovsky (nella foto, tratta da chanel.com) non esclude nuove acquisizioni per Chanel, sia in Italia, sia in Francia. La maison le farà quando riterrà opportuno dover proteggere un proprio fornitore. Secondo il manager l’atteggiamento della supply chain è cambiato dopo il Covid, perché “desidera essere più vicini ai suoi clienti” spiega Pavlovsky a MF Fashion. I conflitti tra Russia e Ucraina e quello in Medio Oriente, insieme “all’atteggiamento delle banche che non sempre fanno il loro lavoro”, hanno accelerato questo desiderio aggregativo. Uno scenario di fondo più preoccupante invita l’imprenditore a cercare rifugio nelle aggregazioni o sotto l’ombrello dei giganti del lusso. Chanel, così, si muove “quando sente l’esigenza di proteggere e sviluppare il business nel futuro. Se vogliamo continuare a far evolvere il nostro business, dobbiamo cercare di proteggere le realtà con cui collaboriamo” prosegue Pavlovsky.

L’identikit del produttore

Ma a Chanel quale produttore interessa? Di solito sono realtà con cui collabora da tempo. Ma Pavlovsky fornisce qualche indicazione aggiuntiva. “Un produttore solido deve avere tra i 3 e i 5 marchi come clienti. Perché se uno rallenta è necessario compensare con un altro. Per proiettarsi nei successivi dieci anni bisogna assicurare una certa capacità manifatturiera”. Il che vuol dire, un’azienda piuttosto strutturata.

 

 

Prezzi, online e trend

Su Specchio (La Stampa), Pavlovsky giustifica l’aumento dei prezzi della griffe con “la sofisticazione dei prodotti, che da Chanel sono diventati più complessi e rifiniti con il passare degli anni. A questo si è aggiunta l’inflazione, che ha portato un innalzamento dei prezzi medi”. Poi, spiega la sua opinione (tranchant) sulle vendite online. “Quanto è importante l’e-commerce? Zero, per il settore moda. Il digitale è molto potente per connettere i nostri clienti, ma non è uno strumento utile a vendere”. (mv)

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