Il 2024 ha messo a dura prova il settore del lusso. Il rallentamento dell’economia cinese e un consumatore più cauto, hanno fatto la loro parte. Tra le società del lusso alcune hanno tenuto botta, altre (tra cui Kering e Burberry) continuano a navigare in acque poco sicure. Secondo l’Ufficio Studi de II Sole 24 Ore a trainare la lista dei marchi con il segno positivo ci pensa Adidas, che ha fatto registrare +46,77%, seguita a stretto giro da Richemont (+42,44%) forte del successo dei suoi marchi di gioielleria. Mentre Hermès (+38,09%) continua ad essere premiata per la qualità percepita dei suoi prodotti. Soffre, ma resiste, LVMH. Bandiera nera per l’altro colosso francese. Kering arriva infatti al – 29,16%. Segno – anche per Ferragamo e Burberry.
Richemont guida la ripresa
Richemont, che controlla Cartier e Van Cleef & Arpels, ha superato le previsioni grazie a un aumento del 10% dei ricavi nel terzo trimestre del 2024. La crescita è stata trainata soprattutto dai mercati europei, americani e mediorientali. “La forte performance di Richemont, sostenuta dal settore della gioielleria, è stata un punto di svolta,” osserva Gilles Guibout di Axa IM sempre al Sole 24 Ore, sottolineando però che è ancora presto per capire se tale dinamica riguarderà altri comparti del lusso.
Come vanno i marchi di moda?
Tra i gruppi di moda italiani, Prada si distingue per il successo di Miu Miu, con un incremento del 36,32% del valore azionario nel 2024, mentre Moncler, pur con una crescita del 12,09%, risente della limitata presenza sul mercato statunitense. Brunello Cucinelli arriva al +36,67% ma paga le valutazioni molto elevate. In calo significativo, invece, troviamo Zegna (-19,32%) e Ferragamo (-36,88%). Difficoltà contenute per LVMH che ha mantenuto una certa stabilità (+5,60%), mentre tra i colossi francesi, Kering (proprietario di Gucci) è quello che soffre di più, con un calo del 29,16% nell’ultimo. Nemmeno Burberry se la passa tanto bene con un calo del 20,58%.
Aspettando la Cina e Trump
Per capire come andrà nel 2025 saranno determinanti le evoluzioni del mercato europeo e cinese. “L’Europa potrebbe beneficiare di acquisti da turisti grazie a un euro più debole e la Cina, che per anni è stato un importante driver di crescita che non mostra segnali di ripresa” continua Guibout, che sottolinea anche come qualche risposta potrebbe arrivare dalle scelte di Trump in fatto di dazi. Le prospettive per il 2025 restano comunque caute, con una crescita prevista del 4,4%, trainata proprio dagli Stati Uniti. “L’aumento dei prezzi degli ultimi anni ha generato un certo grado di fatica nel consumatore, quindi diventa fondamentale selezionare con attenzione le aziende in cui investire” ha affermato Giacomo Saibene, portfolio manager di Quaestio Sgr.
Immagini Burberry ed Hermès
Leggi anche: