Il cda di Clessidra che deciderà per il futuro di Cavalli è “imminente”. Lo sostiene Il Sole 24 Ore, secondo il quale in lizza per il brand toscano ci sono tre nomi: Philipp Plein in cordata con il fondo Blue Skye, la cordata statunitense Blue Star Alliance e, infine, OTB. Proprio sulla presenza del gruppo guidato da Renzo Rosso i retroscenisti del Sole divergono da quelli di MFF, che invece vedono l’imprenditore veneto fuori dai giochi. MFF, però, può anticipare i dati di bilancio di Cavalli. Il marchio chiude il 2018 con valori ambivalenti: i ricavi (160 milioni) segnano il +5% rispetto al 2017, ma il risultato operativo risulta “peggiorato a -35 milioni”. L’outlook per il 2019, che nei piani del ceo Gian Giacomo Ferraris doveva essere quello del definitivo rilancio, è negativo: sono previsti in contrazione sia il giro d’affari (155 milioni di euro) che il risultato operativo (-45 milioni).
La governance di Ferragamo
Dai piani alti di Salvatore Ferragamo hanno più volte ribadito che l’idea di vendere la società non è neanche presa in considerazione. Ma, a proposito di cessioni illustri, è il Sole 24 Ore a fare le pulci alla governance del brand toscano e mettere nero su bianco che, seppure l’intenzione di definire un passaggio di mano ci fosse, “vendere non è così facile”. Già, perché gli eredi del fondatore (bambini compresi) sono 70 e, se tra i Ferragamo è ancora in uso la tradizione di regalare ai membri della famiglia già al battesimo una quota simbolica della società, si può supporre che siano tutti azionisti. In questo momento, sintetizza il Sole, i rami della famiglia condividono Ferragamo Finanziaria, che controlla un pacchetto del 54,2% della società. In più i congiunti detengono individualmente un ulteriore 10,68% complessivo del marchio. Ferragamo, il cui valore è passato da maggio 2017 a oggi da 29 a 19 euro ad azione, sta provando a ridefinire la governance. Nel settembre-ottobre 2017 Ferragamo Finanziaria ha riacquistato l’1,05% per 25 milioni di euro da quei membri della famiglia che hanno preferito uscire dal business. Lo statuto della holding, oltretutto, prevede che il riacquisto interno delle azioni conosca meccanismi di prelazione rispetto alla vendita verso l’esterno. Il prossimo maggio 2019 scade il consiglio della società e, suppone il quotidiano economico-finanziario, la holding procederà anche al rinnovo dello statuto. Qualunque sia il futuro di Ferragamo, l’indirizzo sembra quello delle procedure più snelle.
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