Con De Sarno alla direzione creativa, Kering può dispiegare il nuovo capitolo della storia di Gucci. Gli osservatori ne sono certi: dallo stile al posizionamento, passando dalla stessa struttura dei team crrativi, il brand fiorentino va incontro a un profondo cambio di passo rispetto agli ultimi anni della gestione di Alessandro Michele.
Con De Sarno cambia lo stile
La pista per capire in che direzione andrà lo stile di Gucci va cercata negli statement recenti del presidente di Kering, François-Henri Pinault. Che nell’ultimo anno non ha perso occasione per ricordare quanto consideri importante l’equilibrio tra la proposta di prodotti legati all’estro del direttore creativo e i classici senza tempo. Insomma, riconosce BoF, “Gucci ha sì bisogno di energie fresche per dare vita a un nuovo ciclo di crescita. Ma sbaglierebbe – continua – a puntare tutto su un nuovo shakeup estetico”. Insomma, non bisogna aspettarsi che De Sarno (nella foto) si presenti con un impatto visivo paragonabile a quello di Michele nel 2015. Proprio perché come dimostra lo stesso Michele (nonché Demna Gvasalia in Balenciaga) a furia di esplorare i confini, si finisce per superarli: cosa che per i marchi del lusso non è un bene. “Solo i brand che non fondano su codici sufficientemente forti sono condannati a periodiche reinvenzioni, che rappresentano un rischio”. I modelli che Gucci ha intenzione di seguire, dunque, sono Chanel e Louis Vuitton: maison capaci di innovare, ma senza disperdere il valore della propria tradizione.
Ma anche posizionamento e struttura
Il cambio di passo dei codici stilistici va, nell’ottica di Kering, di pari passo con il riposizionamento del brand. Gucci deve uscire dalla stagione “informale” di Michele e rientrare nel vero e proprio lusso. Anche per questo tra gli addetti ai lavori ci si aspetta la ristrutturazione dei meccanismi creativi. Un marchio appiattito sulla figura del direttore super-star non è più sostenibile. Se è ancora lontano il giorno in cui Gucci avrà (come fanno altri, tipo LV) un capo per ogni divisione, WWD registra l’opinione di chi si aspetta un vertice della piramide dove le voci dei team hanno maggior incidenza. De Sarno è un pragmatico, abituato grazie alle molteplici esperienze a confrontarsi con più punti di vista: non sarà un re assoluto, dunque, ma un regista che coordina il lavoro di tutti.
Foto dai social
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