Celine corre verso il miliardo. Grazie all’effetto Slimane, ma con lo zampino della pelletteria. Il fatturato del brand del gruppo LVMH è passato dai 441,3 milioni del 2017 ai 728 milioni del 2021. E il 2022 potrebbe essere il suo miglior esercizio di sempre. Una crescita targata Hedi Slimane, direttore creativo da gennaio 2018, e Séverine Merle, CEO dal 2017. Tra i driver di crescita c’è la pelletteria, dicevamo. Non a caso, nell’ottobre 2019 la griffe ha aperto le porte della “Manifattura“, la fabbrica di pelletteria a Radda in Chianti.
Di corsa verso il miliardo
Celine è un’altra freccia nella faretra di LVMH. Hedi Slimane ha completamente ribaltato il marchio, a partire dal suo nome (ha tolto l’accento) fino al layout dei negozi. Lo stilista ha lanciato la prima linea Uomo e, successivamente, l’“alta profumeria” e l’“alta pelletteria” per elevare ulteriormente il posizionamento del marchio. I risultati gli danno ragione. Da poco più di 400 milioni di euro di fatturato, secondo i dati forniti da Fashion Network, il marchio è salito a 611 milioni nel 2019 (Slimane è arrivato nel gennaio 2018). E dopo un calo nell’anno della pandemia, è arrivato il boom del 2021: +78% nei ricavi rispetto al 2020, per 728 milioni di euro di fatturato e 122 milioni di utile netto. Gli addetti sono passati da 404 nel 2017 a 675 l’anno scorso.
Il traino della pelletteria
La scalata verso il miliardo sembra sia continuata anche quest’anno. Nelle trimestrali di LVMH, Celine ha evidenziato ancora una volta “la forte crescita del prêt-à-porter” e “il successo della nuova linea di pelletteria d’alta gamma”. La griffe ha speso oltre 20 milioni di euro per costruire la nuova fabbrica di pelletteria in Toscana, a Radda in Chianti. Questa struttura, inaugurata nell’ottobre 2019, affianca quella di Strada in Chianti (Firenze) specializzata nelle prototipia, produzione e riparazione. (mv)
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