Cresco senza sosta (+22% nel 2018), non vendo (“né ora né mai”) e non solo: Remo Ruffini spiega Moncler

“Abbiamo ancora tanto da fare per continuare a migliorarci”. Remo Ruffini non s’accontenta e guarda oltre i numeri estremamente positivi con cui Moncler ha chiuso il 2018: utile netto in crescita del 33% a 332 milioni, ricavi a +22% per 1,42 miliardi per euro. In un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, il presidente del brand d’abbigliamento confessa che divenire la LVMH italiana, come nei mesi scorsi si era ipotizzato, “non rientra tra le mie ambizioni” e di non aver “mai pensato di vendere l’azienda quando in Borsa valeva dieci miliardi”, un tema quest’ultimo che il manager sottolinea non essere sul tavolo “né ora né nei prossimi anni“. Un’ipotesi considerata invece “in passato”, ammette Ruffini parlando con Alessandro Graziani, è stata quella di fondersi con un’altra società del lusso “ma non ne ho mai trovata una con cui avesse senso aggregarsi sia industrialmente che dal punto di vista della cultura aziendale”. Il mercato asiatico e il suo possibile rallentamento non preoccupa in quanto “siamo ben diversificati geograficamente e crediamo di reggere bene anche all’urto di eventuali impreviste fasi di crisi in alcune aree del mondo”, semmai l’attenzione è rivolta alla sostenibilità, che “è e sarà un valore sempre più fondamentale per il consumatore” commenta Ruffini a Il Sole, e alla complementarietà tra i diversi canali di vendita: “Sono convinto che l’omnicanalità sia il futuro del nostro settore” conclude il manager.

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