Non ha voglia di banalizzare quanto è successo. Ma non vuole neanche che il dibattuto sugli effetti del Coronavirus siano il canto funebre del made in Italy, tanto meno per la sua azienda: “Dobbiamo prendere questi tre mesi come qualcosa di molto forte – dice –, ma di carattere congiunturale, come se fosse venuta una grandinata”. Brunello Cucinelli ha fiducia nella ripresa, perché vede la luce in fondo al tunnel e ha le risorse per reagire alle difficoltà. “Abbiamo fatto sempre utili per 40 anni, un anno diverso che sarà mai – afferma a L’Economia, inserto de Il Corriere della Sera –. L’azienda è solida e infatti non abbiamo fermato alcun tipo di investimento, anzi nell’ultima parte dell’anno amplieremo tre negozi importanti con investimenti significativi”.
Cucinelli ha fiducia nella ripresa
Nel primo trimestre, quando la pandemia di Covid-19 ha cominciato a mordere, la griffe si è difesa bene, racconta l’imprenditore umanista. Il periodo aprile-giugno, quello del lockdown globale, promette di essere il più brutto. “Ma già il terzo e il quarto avranno il segno più davanti – annuncia Cucinelli, che spiega come la strategia sia del tutto votata al post-virus –. Abbiamo deciso di dedicare il 40% del nostro tempo all’anno in corso e il 60% al 2021 e al 2022, anni sui quali siamo molto positivi”. Come si ricomporrà il mercato dell’alto di gamma? “Se è vero che il prossimo anno la Cina crescerà del 10% o la Germania del 7%, un cambiamento strutturale non ci sarà – risponde –. Faremo, invece, attenzione a come è stato prodotto qualcosa, a conservarlo, al comportamento nel momento difficile”.
La governance
Cucinelli ha varato di recente una riforma della governance aziendale. L’imprenditore umbro ha ceduto i ruoli operativi a due nuovi amministratori delegati, Riccardo Stefanelli e Luca Lisandroni, conservando quelli di presidente e direttore creativo con deleghe in materia di stile, creatività e comunicazione. A proposito dei co-CEO, spiega che anche questo è un modo di pianificare il futuro. “Un giovane che cresce come co- cresce anche assorbendo la cultura del manager che affianca – conclude – e, nel momento del passaggio, gli darà rispetto se il senior ha rispettato lui, portandolo fino alla naturale età della pensione come proprio consigliere. Anche questo è un modo per avere relazioni sane all’interno dell’azienda”.
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