Il problema non sono i prezzi ma i prodotti. Per questo Brunello Cucinelli ne invoca il “riequilibrio” durante la conference call di presentazione dei lusinghieri risultati dell’azienda nel primo semestre 2024.
La semestrale, innanzitutto
Nei sei mesi conclusi il 30 giugno l’utile netto del gruppo Brunello Cucinelli è salito del 31,1% a 66,1 milioni di euro. Il fatturato, intanto, vale 620,7 milioni, +14,1% sul 2023. L’aumento della marginalità se da un lato testimonia l’ottimo stato di salute dell’azienda, dall’altro ha suscitato interrogativi sugli elevati margini dell’industria del lusso.
Il riequilibrio
Cucinelli (in foto, Imagoeconomica) ha risposto che i margini dovrebbero essere una conseguenza della qualità del prodotto. La sua priorità è evitare a tutti i costi di presentare al pubblico “un prodotto che sembra già vecchio”. L’imprenditore umbro ha anche commentato alcuni rincari, che egli stesso ha notato, su alloggi e carta dei vini. Rincari che l’imprenditore ha definito “senza senso” e offensivi per i clienti, che non vogliono sentirsi ingannati. Allo stesso modo per Cucinelli occorre riequilibrare il rapporto tra qualità e prezzo. “Ho sentito dei rivenditori multimarca lamentarsi per la presenza di troppi prodotti evergreen, privi di esclusività e con prezzi esagerati”, vale a dire i tre fattori “che non devono essere sottovalutati”. Lo riporta WWD.
Come finisce il 2024
Quanto al risultato semestrale della società di Solomeo, è stato migliore delle previsioni. Luca Lisandroni, CEO di Brunello Cucinelli, ha detto che nei mesi di luglio e agosto le vendite retail nei negozi diretti “hanno mostrato un trend di crescita solido”. In particolare, “gli Stati Uniti si confermano in ottima salute, la Cina va molto bene e anche l’Europa è ben solida”. Lo scrive il sito Borsa Italiana. L’andamento per il 2024 e per il 2025 (+10% nelle vendite in ciascun anno) è stato confermato. Così come il raddoppio del fatturato del 2023 entro il 2030. (mv)
Leggi anche: