Il lockdown è stato uno choc, la pandemia Coronavirus lo è ancora. Ma Brunello Cucinelli non chiede sconti ai fornitori. La redditività di una maison quotata in Borsa non sarà aggiustata tramite il taglio dei costi lungo la filiera. L’imprenditore umbro lo spiega a Il Foglio: la sua Fase 2 comincia, al contrario, mettendo in sicurezza la catena del valore. E poi puntando alla qualità del prodotto e della distribuzione.
Cucinelli non chiede sconti ai fornitori
“Ma ti pare che chieda uno sconto del cinque per cento a gente che, se va bene, guadagna il quattro?”, chiede (retoricamente) l’imprenditore. Eppure, pare che non siano poche le griffe a farlo. “Come può sopravvivere a queste condizioni l’eccellenza manifatturiera italiana che sbandieriamo di continuo – continua Cucinelli –? Bisogna mantenere la parola data, speculare adesso è ignobile. Noi abbiamo chiesto un prestito alle banche e lo useremo per pagare il giusto. Come deve essere”.
La Fase 2 dell’alto di gamma
Il lusso, spiega Cucinelli, deve ripartire da un diverso contatto con il cliente. Che, d’altronde, non rinuncerà ai propri sfizi, ma li asseconderà con paradigmi diversi. “Non credo che si avrà meno voglia di acquistare o di soddisfare un desiderio – sono le sue parole –. Si presterà però molta più attenzione ai modi in cui il capo è stato realizzato: luogo ed etica di produzione saranno sempre più rilevanti. Per fortuna”. Pur nel cambiamento delle procedure, concetto al quale Cucinelli tiene, il lusso rimane legato all’esperienza diretta: “L’acquisto è un momento di condivisione, uno scambio, un rapporto fra persone – conclude –. Che esperienza ti posso dare, consegnandoti un pacco?”.
Leggi anche: