Cucinelli supera pure il difficilissimo esame di Milena Gabanelli

Cucinelli supera pure il difficilissimo esame di Milena Gabanelli

Brunello Cucinelli si è costruito la nomea di imprenditore non solo di successo, ma anche umanista e responsabile. Be’, il magnate del cachemire, che negli anni ha ricevuto tanti premi per il proprio impegno (da Neiman Marcus fino al più recente della fondazione Einaudi) ha superato anche l’esame di Milena Gabanelli. Dataroom, la rubrica che la giornalista d’inchiesta (mai condiscendente nei toni, anzi) cura per il corriere.it ha passato al vaglio il business model di Cucinelli. Promuovendolo a pieni voti.

Innanzitutto: le tasse

Cucinelli “paga per intero le tasse in Italia, non dove conviene di più – scrive Milena Gabanelli –. Pensa che nessuno faccia i soldi da solo, pertanto una parte deve tornare alla collettività”. La giornalista ex Report ha preso ad esempio Cucinelli (insieme a Isabella Seragnoli del gruppo Coesia) per costruire un controcanto agli imprenditori altrettanto ricchi e famosi che, però, non spiccano per lo stesso senso di responsabilità. “Al contrario di prestigiosi marchi del made in Italy, Cucinelli produce realmente tutto nel nostro Paese e versa per intero le tasse in Italia”.

Il rapporto con i dipendenti

Cucinelli parla molto delle cure da rivolgere al capitale umano delle imprese. Secondo Dataroom, non a sproposito. Lo stipendio dei dipendenti del gruppo è fino al 40% più alto di quanto previsto dal contratto nazionale del manifatturiero. I dipendenti, poi, non lavorano nel weekend, godono di una mensa aziendale che è un ristorante e di benefit come il bonus cultura.

 

 

La filiera

E se l’imprenditore umbro ha scritto la “Lettera di lode all’Italia”, Gabanelli scrive una sorta di lettera di lode a Cucinelli. “Tutta la filiera di appalti e subappalti è vigilata e deve rispettare il rigidissimo codice etico di Cucinelli. Anche le materie prime arrivano da fornitori per il 94,5% operativi sul territorio italiano. Il piano ambientale va nella direzione del non consumo di suolo”. Gabanelli non trascura il mecenatismo dell’imprenditore. La Fondazione Cucinelli ha investito un centinaio di milioni di euro nella ristrutturazione dell’antico borgo di Solomeo. E ora sta finanziando il restauro dell’acquedotto medievale di Perugia. Dal 2020 i capi invenduti vengono donati in beneficenza alle ONG internazionali. E nello stesso anno pandemico ha donato 3 milioni di euro per sostenere Tes Pharma. (mv)

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