Da questo 2020 LVMH esce più forte dei concorrenti. Malgrado il bilancio dei primi 9 mesi del gruppo indichi -21%, il CEO Bernard Arnault può asserire che il suo gruppo si è fatto trovare pronto alla prova del coronavirus. Perché, a differenza di molti competitor, la struttura di scala globale ha consentito di assorbire gli urti e gli scompensi. Arnault ha potuto sfoggiare tutta la sua sicumera durante la consegna del premio Manager del Decennio riconosciutogli da BFM Business.
Più forte dei concorrenti
“Per lungo tempo abbiamo seguito la strategia di coprire l’intero pianeta con le nostre fabbriche, le nostre boutique e le nostre filiali – sono le parole del CEO –. Quindi, quando una parte del mondo va molto bene (ma altre no, ndr), la ripartizione geografica gioca a nostro favore”. Non tutti gli attori del lusso, però, godono di una tale ramificazione globale. E per questo LVMH se la sta cavando “meglio di altri”, rivendica Arnault, al punto che potrà emergere dalla crisi in posizione “rafforzata su quella dei concorrenti”.
Lo scenario
Il recente record alla Borsa di Parigi dimostra, d’altronde, che anche gli investitori si sono accorti dello stato di grazia di LVMH. Il CEO riconosce che ha aiutato molto anche la gestione complessiva della crisi, migliore di quella dispiegata nel 2008: “Oggi siamo in una situazione molto diversa – sostiene –: non siamo mai stati sull’orlo del disastro economico”. A proposito dello scenario a macchia di leopardo del lusso, Arnault sostiene che attualmente “l’Europa è la zona più colpita: gli aeroporti sono bloccati e non arrivano visitatori – conclude –. Gli USA sono in una situazione sanitaria preoccupante, ma dal punto di vista economico sembrano tenere. La Cina è ripartita in maniera sorprendente, il Giappone non se la passa male”.
Leggi anche: