“Il 2021? Per noi, credo che i primi mesi dell’anno saranno molto tranquilli”, riconosce Diego Della Valle. Che mantiene alte aspettative per il secondo semestre: “La seconda parte dell’anno dovrebbe andare meglio”. L’imprenditore marchigiano, che con l’apertura della London Fashion Week lancia Tod’s Legacy, iniziativa a sostegno dei giovani creativi, guarda ai mercati orientali (Cina in primis) e all’attualità italiana, dove si assiste all’insediamento del governo Draghi.
Il secondo semestre
“Vorrei crescere in Cina – dice Della Valle a MFF – e riequilibrare anche le nostre vendite tra le tre aree di riferimento, Asia, Europa e Cina. Per il web c’è un lavoro che era partito per tempo e sul quale stiamo lavorando con grande impegno”. L’imprenditore marchigiano parla anche del nuovo presidente del Consiglio Draghi, che definisce “uomo molto competente”: “Ha molte cose da fare e si impegnerà per farle”. Più in generale, Della Valle crede che l’Italia deve darsi da fare per superare questa grande sfida: “Se siamo bravi la supereremo, ma dobbiamo prepararci anche al fatto che qualcuno avrà più difficoltà”.
Tod’s Legacy
Voluta dal gruppo e coordinata da Fabio Piras, docente del Central Saint Martins, University of the Arts di Londra, oggi si presenta Tod’s Legacy. Il progetto coinvolge 35 giovani designer, scelti direttamente dalla scuola britannica. A ogni studente è stato chiesto di dare la propria interpretazione di uno o più codici Tod’s, come D Bag, Gommino, T Timeless e delle lavorazioni a mano. Ogni studente è affiancato da un fashion master. Alcuni giovani designer avranno la possibilità di svolgere uno stage presso Tod’s Academy. “È un modo per sostenere i giovani creativi”, ha spiegato Della Valle nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa (nella foto). L’azienda, intanto, non si impegna a commercializzare le creazioni. L’imprenditore si è rammaricato di non aver potuto organizzare una mostra fisica (ce ne sarà una virtuale) e ha affermato che “il ricambio generazionale dei designer è determinante. Non perché quelli della generazione precedente non siano bravi, ma perché vuol dire portare energia e un nuovo modo di vedere le cose”. (mv)
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