D&G chiude in doppia cifra l’ultimo bilancio (e pure il prossimo)

D&G chiude in doppia cifra l’ultimo bilancio (e pure il prossimo)

Il 31 marzo scorso Dolce & Gabbana ha chiuso il bilancio 2023-2024 con ricavi a quota 1,871 miliardi di euro. Il risultato vale l’aumento del 17% su base annua che, soprattutto, fa da premessa a una simile crescita in doppia cifra anche nel corrente esercizio. Come? Lo spiega a L’Economia de Il Corriere della Sera il CEO del gruppo Alfonso Dolce, che apre la porta a risorse finanziarie esterne al gruppo.

I punti di forza

“Nei momenti più complessi premia la coerenza del marchio e del suo stile – esordisce Dolce (in foto, d’archivio) –. Bisogna andare incontro a quello che chiedono i consumatori, ampliare l’offerta ma a un livello sempre più alto, mai rinnegare le proprie origini”. Quanto all’organizzazione aziendale, deve essere più veloce “senza mai dimenticare la propria storia”. Seguire il cliente e le sue richieste “senza però svendersi o svalutare i prodotti. I trend si modificano, in questa fase c’è il ritorno al sartoriale, ma questo non implica che non si vendano più sneaker”.

 

Le stime di crescita in doppia cifra

I mercati principali di D&G sono gli USA (che generano il 28% del fatturato complessivo) e la Cina (16%). Dolce ha annunciato che il gruppo aprirà negli Stati Uniti 12 nuovi punti vendita nei prossimi 18 mesi: “Gli USA sono vitali”. Mentre la Cina “non è quella di cinque anni fa – afferma il CEO – . Non è più un mercato emergente. Dopo vent’anni ha acquisito maturità, esattamente come è successo nel tempo a Stati Uniti ed Europa. Il cliente oggi sceglie dopo avere sperimentato”. Nel mercato cinese Dolce & Gabbana non ha corteggiato solo i giovani (meno fedeli al marchio), ma anche i consumatori più maturi “attratti dalla qualità del prodotto e dall’offerta ampia, dalle borse al gioiello ai prodotti per la casa” osserva il CEO di Dolce & Gabbana.

Le opzioni

In passato, Alfonso Dolce ha sempre lasciato aperte le porte della finanza. Nonostante il gruppo non sia quotato e sia indipendente, ora sembra arrivato il momento giusto per compiere un salto in avanti. “Ora siamo pronti a considerare l’apertura del capitale a terzi attraverso la quotazione o altri strumenti finanziari. Ma deve essere una finanza che non ostacola il valore etico della nostra impresa, la sua crescita rispettosa” conclude Dolce, che non pone scadenze temporali all’operazione. (mv)

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