Il look è (molto) anni Settanta, la tomaia (di pelle, in gran parte) declina la moda distressed omaggiando la cultura streetwear e inserendosi in un filone stilistico ben preciso, del quale Golden Goose è uno dei principali esponenti. Sotto i riflettori un paio di sneaker realizzate da Gucci per la collezione Cruise 2019: sono disponibili in tre colori, è sembrano uscite dalla fabbrica già sporche e lise. Lo stile è preciso (distressed, appunto), così come coerente con i listini della griffe è il prezzo: 870 dollari. Puntuale (come nel caso di Golden Goose e del suo modello Superstar Taped) è scoppiata la social polemica. In particolare, un accesso dibattito si è scatenato su Twitter, dove gli hater più moderati hanno contestato il rapporto prezzo/estetica della scarpa, mentre quelli più agitati hanno dato fuoco alle loro tastiere. Alcuni esempi delle “critiche”: “Gucci è lì a venderti a 800 dollari delle sneaker che tua madre userebbe la domenica solo per innaffiare le piante e fare le pulizia di casa”; “Queste luride sneaker costano 11.500 Rand. Il salario minimo in Sudafrica è 3.500 Rand mensili”; “Gucci è fuori dal mercato: 870 dollari per delle sporche ciabatte che chiamano distressed!”; “Quando il povero vuole sembrare ricco, ed il ricco aspira a sembrare povero”. Golden Goose ha risolto le polemiche ribadendo il proprio “ruolo pionieristico nel boom del distressed look, una delle tendenze moda più attuali”. In quanto tale, non sorprende che Gucci l’abbia intercettata e interpretata alla sua maniera. Non è la prima volta che propone modelli distressed, non è certo l’unica griffe a farlo. Ma i social, si sa, hanno dinamiche tutte loro nel gestire le informazioni e la loro condivisione… (pt/lf)
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