Tra quelli che possono dire, già da ora, di essere rimasti scottati da Brexit, c’è Christian Louboutin. Secondo il portale finanziario inglese This is Money, i profitti del brand noto per la suola rossa nell’anno fiscale chiuso il 31 agosto 2017, sono scesi da 5,8 milioni e 1,1 milioni di sterline (da 6,60 a 1,25 milioni di euro circa). A provocare il crollo non sono state tanto le vendite quanto l’aumento dei costi. Il sell out, infatti, è aumentato dello 0,3% a 52,7 milioni di sterline (60 milioni di euro). Il management di Louboutin UK hanno dichiarato che “i risultati dell’anno e la posizione finanziaria sono comunque soddisfacenti, visto che il contesto britannico è diventato molto impegnativo”. Non a caso, l’utile lordo della filiale londinese di Louboutin è stato di 20 milioni di euro (22,75 mln di euro), ovvero il 38% del fatturato rispetto al 47% dell’anno precedente. “Il risultato include l’impatto della svalutazione della sterlina causa Brexit che ha portato a un aumento dei costi di acquisto”. Situazione simile per Mulberry. Secondo l’agenzia Reuters, la griffe britannica nelle prime 10 settimane del nuovo anno fiscale (aprile, maggio, metà giugno) almeno il 9% delle vendite sul mercato domestico. La colpa? Soprattutto il calo della spesa turistica. Soluzioni: <Investire sul retail> avrebbe dichiarato il board di Mulberry, con l’obiettivo di crescere in modo significativo <soprattutto in Cina e Giappone…>. (mv)