Nuove indiscrezioni mettono in dubbio la più grande operazione finanziaria della storia del lusso. In altre parole, dell’acquisto di Tiffany da parte di LVMH per 16,2 miliardi di dollari non v’è certezza. Lo sostiene WWD. Le ripercussioni economiche causate da Covid-19 si sono frapposte tra l’accordo (novembre 2019) e il closing effettivo, inizialmente previsto nel primo semestre 2020. Ma, poi, slittato perché il virus ha impedito e impedisce alle Commissioni Antitrust coinvolte di riunirsi.
Dell’acquisto non v’è certezza
L’accordo tra i francesi di LVMH e gli americani di Tiffany rischia di trasformarsi in una telenovela. WWD ha rilanciato ieri la notizia che della firma dell’accordo, ora, non v’è certezza. Secondo la testata, si sarebbe svolta una riunione del board di LVMH in relazione al peggioramento della situazione economica negli USA, maggior mercato di Tiffany, a seguito non solo di CRV, ma anche delle violente proteste in corso. Sarebbero emerse, così, preoccupazioni per un’eventuale difficoltà di Tiffany a rispettare gli obblighi sul proprio debito inseriti nell’accordo. Secondo WWD il messaggio lanciato dai manager è chiaro: riconsiderare la valutazione dell’acquisto. Nessuna delle due parti ha offerto alcun commento. Le azioni di Tiffany sono passate immediatamente da quasi 128 a 116 dollari. L’accordo prevede un prezzo di 135 dollari per azione.
Non è la prima volta
Non è la prima volta che l’accordo viene messo in discussione. Per esempio, lo scorso marzo, Bloomberg scrisse che LVMH stava riflettendo sulla convenienza di acquistare le azioni sul mercato, visto che la loro quotazione era più conveniente rispetto ai 135 dollari concordati. Ma arrivò la smentita di LVMH. A metà aprile, invece, l’antitrust australiana ha chiesto, e ottenuto, la proroga dall’8 aprile al 6 ottobre per valutare l’acquisizione. Motivo: il virus impedisce le riunioni. (mv)
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