Prada aprirà tra i dieci e i quindici negozi in Cina ed entro il 2014 punta a raggiungere le 60 vetrine complessive. “Continuiamo a credere che la Cina possa sostenere un’ulteriore crescita vista l’entità della popolazione – ha specificato il vice direttore Carlo Mazzi – in aggiunta i cinesi stanno diventando dei viaggiatori che comprano in maniera crescente all’estero, mentre i loro acquisti del lusso in patria non crescono allo stesso livello”. L’economia cinese, a giudizio degli economisti, dovrebbe nel 2014 progredire del 7% a fronte del 9% del 2013, ma nella sua ventata espansionistica il brand ha come obiettivi città come Urumqi nello Xinjiang, ovvero centri di secondo e terzo livello. La strategia, che include l’apertura di altri 15 negozi su scala mondiale, viene vista con scetticismo dagli analisti, nel timore che possa mettere a repentaglio i profitti. I segnali vengono dalle recenti quotazioni del titolo a Hong Kong sin dal 23 dicembre, giorno in cui l’azienda milanese ha espresso il timore che i profitti europei di fine anno possano essere inferiori alle attese. (pt)
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