Concordato preventivo (come pareva già verosimile) chiusura dei negozi negli Stati Uniti, sciopero. La vicenda che vede coinvolta la maison Roberto Cavalli ha subìto una svolta venerdì quando il Consiglio di Amministrazione ha deciso all’unanimità di presentare al Tribunale di Milano “una domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità con l’obiettivo di salvaguardare l’operatività e la continuità aziendale”. Attraverso questa domanda la società “intende avvalersi di uno strumento giuridico appositamente predisposto dal legislatore per poter gestire e superare fasi di criticità attraverso procedure ben definite che potrebbero anche comportare per la società la sospensione di alcune attività in Paesi esteri”. Sempre venerdì, infatti, secondo quanto riporta Footwear News, guardie private sono entrate nei negozi statunitensi con insegna Roberto Cavalli invitando i dipendenti (93) a lasciare il posto di lavoro. La società che gestisce il business di Cavalli nel mercato Nord Americano, Art Fashion Corp, consegnerà i libri in tribunale per il fallimento.
Secondo Il Sole 24 Ore, vista la complessità della trattativa con i possibili acquirenti, il CdA della maison fiorentina ha deciso di chiedere il concordato in quanto il fondo Clessidra ha sborsato 450 milioni di euro dall’anno del suo ingresso nel marchio. Gli investimenti, le scelte strategiche, le nuove collezioni non hanno dato l’esito sperato con un calo delle vendite nel 2018. I sindacati Cgil-Cisl e Rsu, in concomitanza con l’incontro sul tavolo di crisi convocato in Regione, hanno proclamato uno sciopero con presidio che è in corso da stamane in piazza Unità d’Italia a Firenze. Secondo le organizzazioni sindacali già da oggi verrà avviata la procedura, giudicata prematura, che mette a repentaglio 270 posti di lavoro. (mv)
Immagine tratta da robertocavalli.com
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