Qualità. Rapidità. Famiglia. Nuovi codici della moda. Un grande brand ha bisogno di idee chiare per muoversi nel mercato del lusso. Gildo Zegna, CEO di Ermenegildo Zegna e rappresentante della quarta generazione della famiglia, è sicuro di averne. Come spiega a Financial Times, a partire dalla riconsiderazione dello stile maschile. L’Uomo sta cambiando e la griffe ne segue le trasformazioni nel senso di un fashion più femminile. Non vuol dire che Ermenegildo Zegna apre alla Donna, ma quasi.
Ermenegildo Zegna apre alla Donna
“La prima sfida che affrontiamo è la ridefinizione della mascolinità – dice Zegna –: stiamo cercando il lato più femminile dell’uomo contemporaneo”. L’operazione è collegata alla campagna What Makes a Man, una riflessione culturale sulla virilità nel terzo millennio, quando cadono anche gli stereotipi e l’identità diventa fluida. Proprio la commistione spinge il CEO a dire: “Ci auguriamo di vedere più donne fare shopping nei negozi Zegna. Ma questo non vuol dire – chiarisce – che faremo la linea Donna”.
Un affare di famiglia
A breve i circa 30 membri della famiglia Zegna si incontreranno per un party natalizio che, vista la struttura societaria del brand, vale una riunione degli azionisti. Un momento topico per il marchio (circa 1,2 miliardi di fatturato), assicura il CEO. “La visione deve essere chiara – spiega –, la sfida è come arrivare al punto e soprattutto come arrivarci in maniera rapida”. Non solo. “Bisogna essere molto, molto flessibili – aggiunge –. Essere nel lusso oggi dipende principalmente dalla capacità di incontrare il pubblico cinese”.
La miglior difesa è l’attacco
Zegna vanta una filiera integrata verticalmente. In più, ha di recente acquisito il marchio Thom Browne: “Vogliamo essere padroni del nostro destino – spiega Gildo – e la miglior difesa è l’attacco”. Una storia di lusso made in Italy: “Gli italiani amano quello che producono con le proprie mani, anche se spesso – conclude – è difficile spiegare all’estero perché è così unico”.
Foto della campagna What Makes a Man
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