Sfilate, streaming, ritmo. La pandemia da Coronavirus e il lockdown ne ha comportate di novità per l’alto di gamma. E Silvia Venturini Fendi (a destra, nella foto Imagoeconomica) non nega che lo tsunami coinvolge anche la sua griffe. Anzi, a proposito del dibattito sull’identità e sui tempi del lusso, quello aperto da Giorgio Armani, cui La Conceria dedica la cover story del numero 6, la stilista si dice convinta della bontà della proposta: all’abbondanza di proposte, “va privilegiata la qualità”, spiega al Corriere della Sera. Senza che questo voglia dire mortificare il design.
Va privilegiata la qualità
“Il sistema moda, attraversando questo complesso e difficile momento storico e sociale legato alla pandemia, non ancora debellata, si è reso conto della necessità di ripensare se stesso”, riconosce Venturini Fendi. Come? Bisogna “rallentare nei tempi e anche in quantità di proposte – risponde –. Va privilegiata la qualità e il tempo per vivere ciò che realizziamo. Il che non vuol dire che vada a svantaggio di originalità, creatività ed esclusività”.
Non sono le uniche novità
Covid-19 ha spinto Fendi a rivedere anche il modo in cui presentare le collezioni il prossimo settembre. Innanzitutto, per la prima volta nella sua storia, la griffe organizza una sfilata co-ed. In seconda battuta, pur partecipando al calendario di Milano, sceglie la quinta teatrale del Palazzo della Civiltà Italiana di Roma, dove il 21 giugno nell’ambito del progetto Fendi Reinassance si è tenuto il concerto con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. “Sarà la sede della nostra sfilata di settembre. Anzi, sarà qualcosa di nuovo e di diverso. Un evento particolare – argomenta –. Lockdown e distanziamento di sicurezza hanno offerto chiavi di lettura nuove. Sfileremo qui all’Eur il primo giorno del calendario, il 22 settembre. Ma trasmetteremo l’evento in streaming e, mantenendo le norme sul distanziamento, ospiteremo anche un parterre ristretto”.
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