Fendi si aspetta ora la sobrietà che doveva portare il Covid

Fendi si aspetta ora la sobrietà che doveva portare il Covid

Sono passati quasi tre anni dal dibattito contro il “fast luxury” lanciato da Giorgio Armani nell’inverno del 2020. Era appena scoppiata la pandemia e ci si aspettava che l’alto di gamma dovesse rispondere al dramma con una ritrovata austerità. Ecco, non pare sia successo. Ma ora Silvia Venturini Fendi si aspetta che la sobrietà che doveva portare nel lusso il Coronavirus, la possa portare l’attuale congiuntura. È difficile azzardare previsioni, spiega a MFF la direttrice creativa dell’omonimo marchio in orbita LVMH. Perché le pulsioni sono tante e diverse. A partire dal logo, o meglio dalla logo-mania: di meno o di più? Tutte le risposte sono valide.

La sobrietà che doveva portare il Covid

Quando chiedono a Venturini Fendi che direzione stia prendendo l’alto di gamma (il sottinteso è: tra guerra, inflazione e cascami della pandemia), la stilista innanzitutto predica prudenza. “È difficile oggi poter fare delle previsioni – dice –, perché la moda è influenzata da tanti fattori. Bisogna saper modulare le esigenze ed essere molto flessibili”. La creativa, impegnata a Design Miami con la collezione Fendi Casa, si lascia però andare a una previsione: “Probabilmente succederà quello che non è successo dopo la pandemia – afferma –, perché abbiamo fatto tutti tanti bei propositi, però poi non li abbiamo rispettati”. Cosa prometteva la pandemia? “Prometteva molto rigore, il riposizionamento della scala di valori – risponde –. Credo sia qualcosa di assolutamente necessario, i tempi stanno maturando e questo deve avvenire”.

Logo: sì o no?

A proposito di sobrietà, inevitabilmente si arriva a parlare di logo. Perché le dimensioni (e la ripetizione) di marchi, monogrammi e simboli sulle superfici dei prodotti variano col variare delle stagioni della moda. Venturini Fendi non sa decidersi: lo vuole, ma non troppo centrale. “Amo molto il logo, ma l’importante è che ci sia quello e anche altro. Ma credo che marchi come il nostro, che ha un logo che racconta una storia, debbano restargli fedele”.

In foto, dai social, due look Fendi con e senza logo-mania

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