Potrebbe volgere al termine la controversia che vede opposti il Fisco italiano e la multinazionale francese Kering. In vista, secondo alcune accreditate indiscrezioni, ci sarebbe, infatti, un accordo che permetterebbe a entrambe le parti di chiudere il contradditorio.
Il caso
La Guardia di Finanza italiana ha contestato al gruppo francese una presunta evasione da circa 1,4 miliardi di euro causati da ricavi non dichiarati per 14,5 miliardi nel periodo che va dal 2011 al 2017 in quanto Luxury Goods International (LGI), controllata svizzera di Kering che i finanzieri definiscono “una stabile organizzazione occulta”, avrebbe svolto attività commerciali in Italia (la commercializzazione dei prodotti a marchio Gucci) e quindi avrebbe dovuto pagare le tasse al fisco italiano e non, con un risparmio, a quello svizzero.
L’accordo
Kering ha sempre contestato questa relazione (dichiarandosi, lo scorso gennaio, “pronta a cooperare in completa trasparenza”), ma, secondo quanto riportano sia Reuters che Il Sole 24 Ore, si appresterebbe a sottoscrivere un “accertamento con adesione”, ovvero un accordo con l’Agenzia delle Entrate che evita controversie e offre la certezza della spesa. La firma dovrebbe avvenire nei primi giorni di maggio. Secondo le fonti citate da Reuters l’accordo sarebbe pari a una cifra compresa tra 1,3 e 1,4 miliardi di euro, molto vicina, dunque, al valore che le Fiamme Gialle hanno contestato al gruppo.
La multinazionale francese, in relazione a quanto pubblicato da Reuters e Sole 24 Ore, precisa che “come comunicato lo scorso 25 gennaio, Kering intrattiene confronti regolari con le autorità fiscali italiane su questo tema. Diversi incontri hanno già avuto luogo in un clima aperto e collaborativo. Ad oggi non è ancora stato raggiunto un accordo sull’ammontare specifico”. (mv)
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