Tutto vero. Gucci ha ufficializzato il divorzio dal suo direttore creativo, Alessandro Michele. “Differenti prospettive” si legge nelle dichiarazioni dello stilista, che compie 50 anni domani (25 novembre 2022), di cui 20 trascorsi all’interno della griffe di punta del gruppo Kering. Durante i suoi quasi 7 anni da direttore creativo ha contribuito a “rendere Gucci quella che è oggi, grazie alla sua creatività rivoluzionaria e sempre nel rispetto dei codici del brand” si legge nel comunicato della griffe. Ora ci sono da capire due cose. La prima: chi sarà il nuovo direttore creativo di Gucci? La seconda: dove andrà a lavorare Michele? A questa domanda, qualcuno avrebbe già la risposta che coincide con un’ipotesi suggestiva sul suo futuro.
Gucci e Michele divorziano
L’ufficialità è arrivata nella prima serata di ieri. Il regno di Alessandro Michele da Gucci è durato dal 21 gennaio 2015 al 23 novembre 2022. Il CEO della griffe Marco Bizzarri lo ringrazia “per la sua visione, dedizione e amore incondizionato per la maison”. François-Henri Pinault, CEO di Kering, definisce il percorso negli ultimi anni come “un momento eccezionale nella storia di questa maison”. Michele cerca di spiegare il divorzio così. “Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere”. Ora sarà il team creativo di Gucci a portare avanti la direzione creativa fino all’annuncio di una nuova organizzazione.
I numeri di Michele
Oltre alle parole ci sono i fatti e i numeri. Il giorno antecedente alla prima sfilata di Michele per Gucci, il prezzo delle azioni di Kering era di 155 euro. Ieri 23 novembre erano a 546. Nel 2014 le entrate di Gucci erano di 3,9 miliardi. Nel 2021 erano arrivate a 9,7 miliardi. Negli ultimi anni, però, la crescita della griffe è stata inferiore sia agli altri marchi di Kering, sia ai rivali. E Pinault (vedi Bottega Veneta) è uno che non perde tempo, dimostrando con questa decisione di non essere convinto della capacità di Michele di reinventare Gucci per la seconda volta.
L’ipotesi suggestiva sul suo futuro
E chi sarà allora il nuovo creativo di Gucci? Vogue Business spara i nomi di Tom Ford, Riccardo Tisci, Phoebe Philo, ma anche il giovane Peter Do. Se Pinault volesse pescare in casa Kering potrebbe puntare su Matthieu Blazy di Bottega Veneta o su Anthony Vaccarello di Saint Laurent. Ma perdersi nelle supposizioni, oggi, è forse inutile. Altrettanto fantasioso è tentare di indovinare quale sarà la griffe che accetterà la sfida e la responsabilità di assumere Michele. E qui, si fa largo un’ipotesi suggestiva sul suo futuro. Infatti, teuto conto della probabile e temporanea clausola di non concorrenza contenuta nella rescissione del contratto con Gucci, Michele potrebbe andare a colmare il ruolo vacante che da novembre 2021 caratterizza la direzione creativa di Louis Vuitton. Già: se fosse proprio lui il successore di Virgil Abloh? (mv)
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