Si chiama Demetra e, si legge nel comunicato diffuso oggi, è “un materiale rivoluzionario dalle finiture luxury” che “incarna la continua ricerca di innovazione di Gucci”. Dopo Hermès con Sylvania (materiale prodotto da MycoWorks partendo dal micelio dei funghi, leggi qui la nostra news) anche la griffe del gruppo Kering sale sul ring dei cosiddetti “materiali alternativi”. E, come la maison francese, prima di tutto specifica che “Demetra rappresenta un’integrazione all’offerta attuale di Gucci e non sostituirà l’utilizzo della pelle”. E va oltre, spiegando che è realizzato in conceria. Il che apre, necessariamente, nuovi panorami e interrogativi.
Cos’è Demetra?
Prima di tutto: cos’è Demetra? Si tratta di un materiale “animal-free – scrive Gucci – ed è creato utilizzando le stesse competenze e processi impiegati per la concia. È costituito in prevalenza da fonti di origine vegetale – sostenibili, rinnovabili e bio-based – che rappresentano fino al 77% delle materie prime impiegate”. Nel dettaglio: “È composto da viscosa, proveniente da foreste gestite in modo sostenibile; cellulosa, proveniente da foreste gestite in modo sostenibile; poliuretano bio-based, proveniente da fonti rinnovabili”. Ad essi, si aggiungono “altri composti che sono necessari per garantire la qualità e l’estetica del materiale. Ma che sono stati impiegati al minimo e per i quali è attiva una ricerca volta a sostituirli con elementi sostenibili”.
Realizzato in conceria
Detto che Demetra è sviluppato e realizzato al 100% in Italia, Gucci spiega che si tratta del risultato di 2 anni di ricerca da parte del dipartimento tecnico e dagli esperti artigiani della maison”. Il passo successivo riguarda il processo di produzione. La conceria dove Demetra è realizzato (che, come spiega la griffe, fa parte delle concerie del Gruppo Colonna, di cui possiede il 51%) “effettua processi e lavorazioni in accordo agli standard internazionali ISO relative le tematiche di Ambiente e di Salute e Sicurezza. Inoltre, l’elettricità che viene utilizzata nei processi è da fonti rinnovabili. E il processo di concia non utilizza metalli pesanti ed è allineato alla Kering Manufacturing Restricted Substances List”. In ottica circolare, “gli scarti ottenuti durante la produzione saranno riutilizzati attraverso un’estensione del suo programma di upcyling Gucci-Up”.
Sneaker e scalabilità
Gucci ha già usato Demetra per confezionare alcuni accessori, cioè le sneaker Basket, New Ace e Rhyton (nella foto tratta da gucci.com) e prevede di renderlo disponibile in un’ottica “open innovation. (…) Durante la fase iniziale”, lo “condividerà dapprima con i brand parte del gruppo Kering e, a partire dall’inizio del 2022, con l’intero comparto dell’industria moda”. Questo perché “il materiale è infatti disponibile rapidamente, in grandi volumi e con una qualità di altissimo livello grazie alla combinazione di materie prime esistenti e ampiamente disponibili con un processo di concia già utilizzato dall’industria”. E qui, arriva l’interrogativo. Gucci sottolinea che “a differenza della maggior parte dei materiali di recente sviluppo, non ci sono ostacoli rispetto alla scalabilità di Demetra, né limitazioni di volume”. Se ne può produrre quanto se ne vuole e “rapidamente”. Quanto, allora, fermo restando la necessità di realizzarlo in conceria, tutti questi potenziali volumi rimarranno “un’integrazione” alle forniture di pelle e non un loro sostituto?
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