“Più pelle, no logo, meno tessuti”: è quanto Gucci avrebbe bisogno a giudizio di Thomas Chauvet, analista dei beni del lusso di Citi’s European Luxury Goods Equity Research, valutando l’addio di Frida Giannini e Patrizio Di Marco dei vertici del brand. Chauvet si attende che il nuovo stilista (si fanno i nomi di Riccardo Tisci e Joseph Altuzarra) “confermi la strategia di elevazione del brand e promuova una riaccelerazione delle vendite che arrivano da un paio di anni di crescita molto modesta se non negativa”. L’analista londinese prevede che Gucci registrerà un aumento del fatturato dell’1% nel trimestre finale e commenta in modo molto positivo l’arrivo di Marco Bizzarri, che a gennaio succederà a Di Marco nel ruolo di ceo, perché ha permesso a “Bottega Veneta di esprimere una delle progressioni maggiori nel settore lusso dell’ultimo decennio”. Luca Solca, capo dell’ufficio lusso di Exane BNP Paribas, ritiene quasi fisiologico quanto sta accadendo in Gucci: “È nella natura di questo business cambiare management ciclicamente: Di Marco e Giannini sono stati a capo di Gucci per un’intera generazione portandola a nuovi livelli. Il brand trarrà benefici dalla loro partenza in termini di idee e nuove energie: la chiave di volta, però, è restare al top e sapersi reinventare”. (pt)
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