Hermès batte ogni record e si porta a 3,48 miliardi di fatturato, con un balzo del 22,6%. I dati di bilancio 2012 della griffe francese sono stati anticipati stamane a Parigi, in attesa della comunicazione ufficiale fissata per il 21 marzo. Il risultato è stato superiore alle aspettative degli analisti, che lo stimavano a 3,42. Soddisfatti gli azionisti, che otterranno un dividendo di 1,5 euro per azione.
Nei risultati comparati del quarto trimestre, la crescita di Hermés risulta finora la più importante, con Lvhm (+12%) e Burberry (+11,3%) a seguire. Per i dati di Ppr occorre attendere fino a venerdì.
La crescita degli ultimi tre mesi del 2012 è generale: dalla pelle (14,8%) all’abbigliamento (25,5), dai tessuti alla seta (18,9) e profumi (19), per finire con gli orologi (20,2).
Gli analisti hanno sempre posto Hermés in cima ai consigli per gli acquisti, infatti il titolo dell’azienda parigina ha scalato il listino con un aumento del 157% nell’ultimo triennio, il 75% in più di Lvmh e il doppio di Ppr, casa madre di Gucci. “I limiti dell’azienda sono solo produttivi – sostiene Luca Solca, analista di Bnp Paribas a Londra – gli incassi sono quelli che loro stessi stabiliscono”. Hermés è infatti considerata la casa del lusso estremo per antonomasia, grazie anche alla famosa Birkin, la borsa creata per Jane Birkin, che richiede circa sei ore di lavorazione da parte di un artigiano francese, del quale reca la firma personale. A meno che il cliente non si chiami Lady Gaga o Kim Kardashian, e nonostante il prezzo sia superiore ai 9 mila euro, la lista di attesa è di oltre un anno. Thomas Mesmin (CA Cheuvreux a Parigi) risponde così quando gli fanno notare che Hermés intenzionalmente accresce la produzione solo del 10% all’anno per mantenere l’esclusività: “E’ quello che ogni investitore cerca”.