Il nostro lusso non è in crisi, parola di Hermès. La maison ha registrato un trimestre in linea con le attese degli analisti, con una crescita a due cifre che i suoi rivali come LVMH e Kering possono solo sognare. I ricavi della divisione “Maroquinerie-Sellerie”, in particolare, sono cresciuti del 14% a cambi costanti nel periodo luglio-settembre 2024.
“Il nostro lusso non è in crisi”
Hermès, con i suoi prodotti destinati agli ultra-ricchi, si conferma griffe affidabile. Perché è sinonimo di lusso (e non di moda) e incarna alla perfezione la strategia dell’esclusività. L’azienda francese ha generato 3,7 miliardi di euro di fatturato nel terzo trimestre 2024, +11,3% a cambi costanti, in linea con la stima degli analisti Jefferies (fonte Reuters). Secondo FactSet, gli analisti prevedevano in media un fatturato di 3,67 miliardi di euro, riporta Les Echos. Nel trimestre in oggetto solo l’attività legata all’orologeria ha subito una pesante battuta d’arresto, -18,2% a cambi costanti. Nei primi nove mesi, il fatturato del gruppo è aumentato del 14% a cambi costanti e dell’11% a cambi correnti, raggiungendo 11,2 miliardi di euro. Citi stima che Hermès possa arrivare a 20 miliardi di fatturato entro il 2027.
Manco in Cina frena
Anche in Cina, nel pieno del rallentamento dei consumi, Hermès è riuscito a generare un +1% nei ricavi a cambi costanti. “In Cina non si è verificata un’interruzione nei trend, stiamo ancora riscontrando il calo del traffico iniziato dopo il Capodanno cinese – ha affermato Eric du Halgouet, responsabile finanziario del gruppo –. Ma non abbiamo registrato un ulteriore calo”. Du Halgouet ha spiegato come la diminuzione del traffico nei negozi sia stata compensata dall’aumento dello scontrino medio. Nel comunicato stampa Hermès “conferma un ambizioso obiettivo di crescita del fatturato a tassi costanti” nel medio termine, “nonostante le incertezze economiche, geopolitiche e monetarie nel mondo”. Anche l’analista di Bernstein, Luca Solca, incorona la maison transalpina: “Consideriamo Hermès la migliore opportunità attuale per proteggere il portafoglio (degli investimenti azionari ndr) da una fase difficile (seconda metà del 2024), caratterizzata da un rallentamento ciclico globale esacerbato da problemi strutturali in Cina”. (mv)
Foto da hermes.com
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