In un’intervista rilasciata al quotidiano londinese Financial Times, Weiming Cao, presidente di Hermès in Cina, ha offerto la sua versione sul modesto rallentamento che la maison francese ha registrato nel Paese, in maniera comunque inferiore rispetto alle concorrenti principali. “Il taglio dei regali governativi ha avuto un impatto relativo su di noi – ha spiegato – perché lo sfrenato ricorso a oggetti di lusso tende a riguardare beni con un logo vistoso, accessori e gioielli appariscenti, mentre noi abbiamo cercato di restare concentrati sui tradizionali valori della manifattura artigianale”. Cao ha ricordato che Hermès è presente in Cina dal 1997 e la sua crescita è avvenuta con maggiore prudenza rispetto alle firme concorrenti: ha 22 negozi, contro i 50 di Vuitton e i 60 di Gucci. “Crediamo comunque nel mercato cinese e abbiamo aperto a metà settembre uno dei cinque maggiori flagship mondiali del marchio”. (pt)
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