Le liste di attesa di Hermès? “Dipendono dalle materie prime”. Lo ha affermato Francesca Di Carrobbio, CEO della griffe francese per Italia e Grecia. Ma non ha specificato se per ritardi si intende quelli con cui questi materiali arrivano nei depositi della maison oppure se è la loro scrupolosa selezione a richiedere molto tempo. Ma al di là di questo aspetto, le liste di attesa continuano a essere avvolte da un’aura di fascinoso mistero. Anche rischioso, per certi versi. In altre parole, aumentano l’esclusività e la desiderabilità dell’oggetto. Ma, quando superano il limite, portano l’acquirente a esplorare altre strade per by passare la coda, come le aste vintage o il second hand.
Colpa delle materie prime?
Nello scorso febbraio, il CEO di Hermès Axel Dumas, nel commentare i dati del quarto trimestre del 2021, spiegò il calo della Divisione Pelletteria e Selleria con i limiti produttivi che la maison si è autoimposta. In altre parole: la griffe produce al massimo delle sue capacità, non velocizza la produzione per soddisfare le richieste e la lista di attesa si allunga. Una parziale soluzione arriverà dal booster produttivo deciso da Hermès che sta sviluppando nuovi siti produttivi, alcuni dei quali prossimi all’inaugurazione.
La lista d’attesa e le sue alternative
A Seoul la lista di attesa per Kelly 28 va da 2 a 3 anni. A Parigi, per la stessa borsa, non è nota alcuna tempistica. Così chi non vuole, o non può, aspettare cerca strade alternative come le aste o il second hand. Senza parlare di ciò che in Cina viene definito peihuo. Ossia la pratica, non scritta e non confermata dalle aziende (Hermès compresa), di imporre ai clienti l’acquisto di una serie di altri prodotti per poi poter accedere al livello successivo. Cioè: quello di acquistare il prodotto desiderato e di maggior valore.
Il rischio e la desiderabilità
Per gli analisti le liste di attesa rappresentano una strategia aziendale per aumentare l’esclusività e la desiderabilità del marchio. “Per alcuni pezzi sono molto lunghe” commenta Francesca Di Carrobbio, CEO di Hermès per Italia e Grecia, in un’intervista al quotidiano La Stampa. E poi aggiunge: “Dipende dalle materie prime”. Di Carrobbio precisa come Hermès non produca “in base all’ordinato, ma in base a quanto possiamo produrre”. Ma in che modo la colpa sia delle materie prime, anche questo resta in un’aura di mistero. (mv)
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