Hermès vola grazie alla pelletteria. Gli accessori del gruppo Richemond fanno +3%. Valentino vale oro

Hermès mette il turbo. Nel primo semestre del 2017 le vendite della maison francese arrivano a 2,7 miliardi di euro: il risultato determina una crescita del reddito operativo del 13% e l’attestarsi del margine sulle vendite al 34,3%, valore record. A trainare la crescita c’è la buona performance di Leather Goods & Saddlery (+12%, 1,4 miliardi di euro), così come vanno bene i Fashion Accessories (divisione in cui ricadono cinture e guanti, +10%). La produzione di Hermès è potuta crescere grazie ai nuovi 5 siti manifatturieri aperti in Francia, investimento che ha comportato anche l’espansione della forza lavoro di circa 200 unità (per un totale di oltre 13.000 addetti). In questo scampolo di 2017 crescono anche Richemont e Valentino. Il gruppo svizzero del lusso Richemont ha registrato un aumento delle vendite del 12% a tassi di cambio costanti e del 10% agli attuali tassi nel periodo aprile-agosto. Risultati determinati dal comparto gioielleria, che è cresciuto del 17% a tassi di cambio costanti e del 16% a cambi variabili. Crescono meno le altre attività (tra cui la pelletteria), dove Richemont opera con i brand Alfred Dunhill, Azzedine Alaïa, Chloé, Lancel, Montblanc and Peter Millar: +3% a cambi costanti e +2% a cambi variabili. Il gruppo elvetico ha comunicato di aver portato la sua partecipazione in Ynap-Yoox Net-a-Porter Group al 25% del capitale votante. Valentino, intanto, è sotto la lente di ingrandimento degli investitori finanziari in vista dell’ingresso in Borsa che dovrebbe avvenire nel 2018. Su questo obiettivo sta lavorando la banca d’affari Rothschild, advisor dell’azionista di maggioranza Mayhoola for investments. Secondo le ipotesi delle banche d’affari, il valore di Valentino potrebbe arrivare a 4 miliardi di euro. Applicando 15-16 volte il margine operativo lordo previsto nel bilancio 2017 si arriva ad una valutazione totale che supera i 3,8 miliardi. Valutazione che potrebbe aumentare visto il grande appeal del marchio. E se la famiglia del Qatar deciderà per cedere fino al 30% del capitale, potrebbe incassare una cifra superiore al miliardo di euro, ben al di sopra dei 720 milioni di euro sborsati nel luglio 2012 per acquistare il brand. (mv/rp)

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