È a due cifre il segno meno fatto registrare lo scorso marzo rispetto allo stesso mese del 2014 in uno dei settori trainanti per l’economia di Hong Kong, quello del retail di articoli di lusso. Un -20% che ha colpito soprattutto le vendite di gioielli e orologi, ma anche di calzature; stando agli analisti, almeno sino al prossimo inverno non sono attesi segnali di crescita. Secondo Paul Tang Sai-on, economista della Bank of East Asia, il decennio di forte crescita del retail nell’ex colonia, basato soprattutto sugli acquisti di cittadini cinesi, è terminato, per cui ora il settore dovrebbe puntare sulla clientela interna e sull’export. La pesante diminuzione delle vendite è stato frutto anche del calo dei turisti che si sono recati a Hong Kong lo scorso marzo: -8,7% rispetto a un anno prima. Sembra questo il segnale di un’inversione di tendenza del potere di attrazione esercitato dall’ex colonia britannica: è infatti il primo calo su base mensile registrato da quasi 5 anni a questa parte, ovvero dal giugno 2009. In particolare, secondo i dati dell’Hong Kong Tourism Board, in marzo i cittadini provenienti dalla Cina continentale sono stati il 10% in meno. Il futuro prossimo del settore retail nell’ex colonia britannica si prospetta a tinte fosche anche in seguito dell’approvazione a metà aprile di alcune restrizioni governative che hanno ridotto il numero di possibili ingressi a Hong Kong per gli acquirenti cinesi. (ap)
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