“Credo che a volte ci sia un malinteso: il mercato azionario non ha impatto sui consumi e l’andamento è di crescita”. Dalla settimana della moda di Milano, Michele Norsa conferma all’agenzia Bloomberg che i grandi marchi del lusso non hanno la minima intenzione di recedere dal mercato cinese. Gian Giacomo Ferraris, ceo di Versace, aggiunge: “Crediamo che nonostante l’instabilità, nel 2016 otterremo una crescita in doppia cifra. La volatilità potrebbe anzi giocare a favore, perché alcuni dei concorrenti andranno via, per cui si presentano significative opportunità per noi”. Che la Cina resti cruciale lo conferma anche la decisione adottata da Goldman Sachs il 18 gennaio. Quella che rappresenta una delle maggiori banche d’investimento al mondo, ha infatti elevato la qualità di molte azioni del lusso. Ad esempio quelle di LVMH (da “neutra” ad “acquistare”) e Kering (da “vendere” a “neutra”). Per l’anno in corso, Goldman prevede una crescita della spesa di settore in Cina del 6% a fronte del 10% nel 2015, ma secondo i suoi analisti quel mercato “ha la natura di generare contante. La classe media parteciperà al 50% della spesa. Si tratta di una classe di consumatori che aspira allo stato fornito dai brand del lusso, ma queste aziende dovranno adocchiare il lusso abbordabile per chi guadagna annualmente fra i 30 e i 60.000 dollari”. (pt)
TRENDING