“I super-ricchi si sono disamorati del lusso a causa dei prezzi”

“I super-ricchi si sono disamorati del lusso a causa dei prezzi”

L’esclusività non si misura col prezzo. E il problema più grave è “confondere il termine esclusività con desiderabilità”, perché i tanto ambiti super-ricchi non ci cascano. È il focus della riflessione che Brunello Cucinelli ha fatto durante il suo recente viaggio a Shanghai (22-23 ottobre 2024). “In trent’anni si sono sbizzarriti tutti a dargli degli aggettivi: accessibile, aspirazionale e via dicendo”, riporta il Corriere della Sera. Lusso non significa “desiderabile” secondo l’imprenditore umbro: “La pizza è buona e desiderabile, ma non esclusiva”. La politica dell’aumento dei prezzi, di cui spesso parliamo anche sulle pagine de La Conceria, è probabilmente un sintomo di questo errore di percezione del lusso. “È anche per questo che molti ricchi si stanno disinnamorando della moda – continua Cucinelli -. Per questo e per i prezzi”.

 

“I super-ricchi si sono disamorati del lusso a causa dei prezzi”“I super-ricchi si sono disamorati del lusso a causa dei prezzi”

 

Che vuol dire esclusività

Le critiche sui rincari dei beni di lusso arrivano da diverse direzioni (come abbiamo raccontato qui  ). E anche Cucinelli (foto Imagoeconomica) trova esagerata la politica dei continui ritocchi dei listini. “Ci sono brand che hanno aumentato i prezzi anche del 37% in quattro anni e con una pandemia alle spalle. Un’esagerazione”, riporta ancora il Corriere. La questione del percepito del lusso dovrebbe spostarsi sul “poco accessibile”. “Non è affatto vero che il cliente ha perso l’amore per il lusso – dichiara Cucinelli, secondo quanto riportato da La Repubblica –. Ma se lo trovi ovunque, che lusso è? Quella che si è persa è proprio l’esclusività. Io per me non compro nulla che sia troppo distribuito”. I super-ricchi, evidentemente, si comportano come lui.

La fiducia nella Cina

Brunello Cucinelli, a Shanghai per una serie di incontri, spiega il suo rapporto con la Cina e la sua fiducia verso il presente e il futuro economico del Paese. Quella che in molti chiamano crisi, lui la chiama “normalizzazione” o “fase di riequilibrio”. “Mi sembra anzi che la Cina viva un momento di sano equilibrio, che si stia consolidando – riporta La Repubblica –. La Cina sarà il grande benessere dell’umanità per i prossimi 50 anni”. (mvg)

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