Nel 2013 Saint Laurent ricavava dalle vendite poco meno di 560 milioni. Nel 2018 il giro d’affari ha toccato 1,7 miliardi. Si può riassumere in questo trend la performance del CEO Francesca Bellettini. Il coraggio di Bellettini, anzi, che ha triplicato il fatturato di Saint Laurent. Pur gestendo un cambio di guida stilista. Quando è arrivata, il direttore creativo era Hedi Slimane. Il testimone, poi, è passato ad Anthony Vaccarello.
Il coraggio di Bellettini
La manager si è raccontata durante il Vogue Fashion Festival. “Il nemico numero uno della creatività è la paura – sono le sue parole riprese da Fashion Network –. Quando abbiamo paura di fallire, inciampiamo in tutti gli ostacoli”. Lavoro da fare, d’altronde, ce n’era e ce n’è ancora. “Al mio arrivo ho realizzato che Saint Laurent aveva molte caratteristiche di cui potevamo avvalerci per andare ancora più lontano – continua –. Dobbiamo saper percepire ciò che fa parte del nostro tempo, interpretarlo e ritrascriverlo, ma rispettando nel contempo i valori di Saint Laurent”.
Il rapporto con l’heritage
A darle il benvenuto è stato Pierre Bergé, co-fondatore di Saint Laurent. “Rispettare l’heritage, ma non copiarlo – ricorda –. È il primo consiglio che m’ha dato”. Semplice a dirsi. Ma mettere in pratica il consiglio prevede grande esercizio di intelligenza. “Si deve imparare fino a fare propria la storia del marchio e poi esprimerla in modo autentico. Nessuno vuole dare l’impressione di rimanere indietro – conclude –. Quando si lavora per un marchio con una storia simile, si corre il rischio di restarci invischiati e rimanere troppo ancorati al passato”. Il coraggio di Bellettini, insomma, si è visto pure nella forza di guardare al passato della griffe, senza sentirsene prigioniera.
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