Il 2021 di Ferragamo e Aeffe è buono. Ma i due gruppi non hanno ancora raggiunto i livelli del 2019, l’ultimo anno pre-pandemico. Calzatura e pelletteria hanno avuto andamento positivo per Ferragamo, ottimo per Aeffe (che invece risente della minore crescita dell’abbigliamento). Nei piani, le riorganizzazioni (compiute e da compiere) e gli investimenti dovranno riportare i due gruppi ai livelli pre-Covid durante il 2022.
Il lavoro per Gobbetti
A proposito del 2021 di Ferragamo e Affe partiamo dal gruppo toscano. Dove avrà molto lavoro da fare il nuovo CEO Marco Gobbetti. La griffe ha chiuso il 2021 con ricavi a 1,136 miliardi di euro (+31,4% sul 2020), risultato in linea con il consenso Refinitiv di 1,135 miliardi di euro citato da Reuters. Ma in questo modo Ferragamo resta ancora sotto il 2019, quando ha fatturato 1,377 miliardi di euro. Le vendite online e negli Stati Uniti hanno contribuito ad un quarto trimestre 2021 al +20,8% a tassi di cambio correnti (+23,5% a cambi costanti) su base annua. Gobbetti potrebbe presto decidere il nuovo direttore creativo, ruolo ormai vacante dalla separazione con Paul Andrew nell’aprile 2021.
Necessità di recupero
Il gruppo Aeffe controlla i brand Alberta Ferretti, Philosophy, Moschino e Pollini. L’andamento di pelletteria e calzatura (+30,2% nel 2021 rispetto al 2020) è migliore di quello dell’abbigliamento. Pollini è di gran lunga il marchio più performante, con una crescita delle vendite del 39,2% rispetto al 2020. Complessivamente Aeffe chiude il 2021 a quota 324,6 milioni di euro: significa +20,8% a tassi di cambio costanti su base annua, ma -7,6% rispetto al 2019. Moschino, sul quale Aeffe ha investito molto l’anno scorso, genera l’80% del fatturato complessivo del gruppo. L’anno scorso ha raggiunto i 258,4 milioni di euro, in crescita del 20,1% rispetto al 2020. (mv)
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