Comunque vada non sarà un successo: il 2023 sarà un anno più difficile dei due precedenti. Soprattutto per le aziende europee della moda. Lo afferma l’analista Achim Berg, partner di McKinsey. “Nei primi 6-9 mesi del 2023 non ci sarà alcun miglioramento, ma piuttosto un peggioramento” del business di queste aziende. Per Berg la situazione reale è peggiore di quella che viene descritta dai numeri. Il lusso reagirà meglio così come l’Europa del Nord. Il wholesale continuerà a rivestire un ruolo importante nonostante gli sforzi dei marchi di costruire un rapporto diretto con i clienti.
Comunque vada non sarà un successo
Achim Berg non crede che il contesto economico migliorerà nei prossimi mesi. Anzi, è più propenso a dire che peggiorerà. Il deterioramento è in atto da settembre. Gli affari sono andati bene fino ad agosto, poi è iniziata la salita. “Il Black Friday è stato bello, ma non vuol dire che tutto è finito” commenta Berg in una intervista pubblicata da Fashion United. L’analista, però, ammette che non siamo di fronte a un crollo dei consumi natalizi. Probabilmente perché le famiglie non hanno ancora ricevuto le bollette di gas ed energia elettrica. “C’è comunque un rallentamento che per alcuni marchi vuol dire perdere gli aumenti delle vendite registrati nei primi 6 mesi dell’anno” afferma Berg.
I segnali positivi
L’incremento dell’inflazione che si è raffreddato e i numeri dell’occupazione che sono ancora buoni rappresentano segnali positivi. “Non abbiamo una classica recessione. Questo è ciò che dà a tutte le persone coinvolte un po’ di speranza. Ma dopo il fortissimo 2021 e un 2022 altalenante, avremo un 2023 molto più debole” dice Berg, citando i magazzini pieni di merci delle aziende europee del settore moda.
Lusso e wholesale
Il lusso resisterà meglio degli altri settori, ma “perderà slancio”. Per esempio, a causa dei clienti più giovani che potrebbero avere meno budget a disposizione per i loro acquisti. Soffriranno sia il lusso accessibile che il premium, che dovranno ricorrere a sconti e promozioni per fare fatturato. Berg crede che il wholesale sia ancora importante. “Il direct-to-consumer rimane importante, ma c’è anche la consapevolezza che, alla fine, non tutti i marchi possono fare tutto direttamente con i propri clienti. Per cui c’è bisogno dei grossisti e dei multimarca online” spiega l’analista partner di McKinsey. (mv)
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