Il fattore umano e la qualità delle materie prime. Sono, da sempre, alla base del successo di Hermès. Lo ha ricordato Axel Dumas durante l’assemblea generale. Il CEO (in foto) ha sottolineato gli aspetti più rilevanti: il decisivo impegno dei dipendenti, la visione aziendale focalizzata sulla “esigenza di qualità” dei prodotti e, infine, la continuità della strategia “portata avanti dalla famiglia azionista”. E annuncia investimenti per preservare l’approvvigionamento delle materie prime.
Il successo di Hermès
Nel corso dell’assemblea generale, Dumas ha snocciolato i numeri del “savoir faire” di Hermès. La società possiede 51 siti di produzione in Francia, compresi 17 laboratori di pelletteria, e 13 siti in altri 6 Paesi. Quali? Italia, Portogallo, Regno Unito, Svizzera, Stati Uniti e Australia. Nel 2020 Hermès ha creato 1.183 posti di lavoro, che salgono a 4.350 in 5 anni: la sua forza lavoro totale è di 16.600 persone, di cui oltre 10.000 in Francia. Gli artigiani costituiscono la metà della forza lavoro, ha ricordato Dumas.
L’idea di sostenibilità
Nelle risposte agli azionisti, da Hermès spiegano di star rafforzando l’impegno per la biodiversità. La griffe, inoltre, lavora per assicurare la sua catena di approvvigionamento contro i rischi del cambiamento climatico. Come riporta WWD, Hermès assicura che le sue forniture strategiche di pelle, cashmere e seta, provengono tutte da fonti rinnovabili. Per esempio, le sue pelli sono sottoprodotti dell’industria alimentare, con più del 90% proveniente dalla Francia e dall’Europa.
Cambiamento climatico
L’anno scorso Hermès ha eseguito un’analisi dei rischi del cambiamento climatico, compresi gli impatti sulla biodiversità. “Sulla base di queste informazioni, il gruppo metterà in sicurezza le sue forniture” chiosa Dumas. Il CEO assicura di star esplorando progetti per nuovi materiali, upcycling interno e riutilizzo degli scarti di produzione. Infine ha detto che l’azienda ha effettuato 120.000 riparazioni nel 2020. Hermès ha anche siglato partnership scientifiche per la sostenibilità della sua produzione di pelle di struzzo, di coccodrillo e di seta, e la sua impronta idrica. “Su una scala più locale, la linea di business della pelle – conclude Dumas – ha lanciato una diagnosi della biodiversità e un piano d’azione che mira a coprire il 100% dei suoi siti entro il 2030”. (mv)
Immagini tratte da hermes.com
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