Il crollo delle Borse ha già raffreddato la domanda del lusso

Il crollo delle Borse ha già raffreddato la domanda del lusso

I precedenti sono chiari: nel 2018, 2020 e 2022 al crollo delle Borse (tenendo come riferimento l’indice Standard & Poor’s 500) è sempre seguito negli States un mese di calo delle transazioni per beni di lusso. Dal terremoto azionario seguito al 2 aprile, il Liberation Day della guerra commerciale di Donald Trump, non può venire nulla di buono. Soprattutto se, come riporta Citi con il suo mensile report Luxury Top Brands, già a febbraio e marzo il solo approssimarsi della trade war ha raffreddato i clienti statunitensi dopo una stagione natalizia inaspettatamente positiva.

Ora, dopo il crollo delle Borse

Secondo Citi, dicevamo, i pagamenti via carta di credito per beni di lusso negli States a marzo hanno segnato il -5% su base annua, in linea con febbraio. Il sottile vento di entusiasmo spirato a dicembre (+3%) e gennaio (+1%), insomma, è già finito. Le cose, come dicevamo, non sembrano destinate a migliorare nel breve termine, vista la fibrillazione finanziaria che Trump ha scatenato con la guerra commerciale. Per i gruppi più esposti sul mercato statunitense (da Brunello Cucinelli a Birkenstock, passando dalle holding nazionali come Capri e Tapestry) si prospettano tempi tribolati.

 

 

Le riflessioni di GAM

I volumi di transazioni sono un dato oggettivo, certo, che va interpretato però in una cornice più ampia. Flavio Cereda di GAM invita innanzitutto a valutare un dato: i dazi non si applicano “sul prezzo finale, ma su quello di trasferimento o di importazione”. Un aggiustamento dei listini negli States ci sarà, allora, ma inferiore a quanto si possa ipotizzare applicando il +20/30% ai cartellini in boutique. Così come all’applicazione dei dazi seguirà “un impatto sul margine a livello locale”, variabile a seconda della forza dei brand. Quale sarà l’effetto sulle categorie merceologiche? “La pelletteria, come l’abbigliamento – risponde Cereda – ha toccato il fondo nella parte superiore della piramide, per poi crescere man mano che si scende la piramide”. Mentre i prodotti “colpiti duramente” saranno “le sneakers e gli articoli sportivi”

In foto (Shutterstock) Fifth Avenue a New York

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