Il lusso si ingolfa e le sue ruggenti stagioni di incessante crescita potrebbero essere finite. La dimostrazione arriva dalle vendite di LVMH, che sono cresciute del 9% nel terzo trimestre 2023 (a 19,96 miliardi di euro). Molto meno rispetto al +17% del trimestre precedente e, anche, rispetto alla stima di Visible Alpha che aveva previsto un +11,5%. I ricavi della Fashion & Leather Goods Division, la più grande, sono cresciuti del 9% nel terzo trimestre. Un ritmo più lento rispetto al +18% del primo e al +21% del secondo trimestre. Celine, Loewe, Loro Piana e Marc Jacobs i marchi con le migliori performance. Nei primi nove mesi del 2023 LVMH ha registrato 56,48 miliardi di euro, +10% sul 2022.
Il lusso si ingolfa
Ci si aspettava un rallentamento del lusso e rallentamento è stato. Almeno per LVMH. “Dopo tre anni ruggenti ed eccezionali, la crescita sta convergendo verso numeri più in linea con la media storica“, dice agli analisti il direttore finanziario del colosso francese, Jean-Jacques Guiony. Il manager osserva che l’Europa ha frenato, mentre in Cina la domanda di moda e pelletteria è sullo stesso livello di due anni fa. “Tranne per il fatto che vengono effettuati più acquisti all’estero con la ripresa dei viaggi”. Gli USA (+2%) non hanno offerto variazioni significative. Nel momento in cui scriviamo il titolo LVMH sta perdendo il 6% ed è ai minimi da dicembre e sta trascinando al ribasso tutto il settore lusso. In discesa anche la quotazione dei titoli Kering, Hermès, Richemont, Burberry, Moncler.
Anche Dior rallenta
La Fashion & Leather Goods Division ha registrato una crescita delle vendite del 9% a 9,75 miliardi di euro. Gli analisti si aspettavano un +10% (fonte Reuters). In merito ai singoli marchi, Guiony spiega che Louis Vuitton e Dior sono vicini al tasso di crescita medio del 9%. Celine, Loewe, Loro Piana e Marc Jacobs stanno sovraperformando la media (fonte Vogue Business). Alla specifica domanda su Dior, il direttore finanziario LVMH ha replicato: “Non è possibile far crescere un business del 30% l’anno per sempre. Il marchio deve consolidarsi. Non possiamo aprire tanti negozi, altrimenti finiremmo per distribuirlo eccessivamente. Dobbiamo anche capire quale sia la dimensione esatta della distribuzione e come vogliamo esprimere i marchi in termini di categoria. Ciò dovrebbe generare una crescita sana in futuro. Penso che un rallentamento della crescita sia assolutamente normale dopo questi anni favolosi ed eccezionali che abbiamo vissuto. E continueremo a trarne valore anche in futuro, credetemi”.
Quarto trimestre ok
Guardando al quarto trimestre, Guiony osserva che la base di confronto in Asia sarà più semplice rispetto al terzo trimestre. Idem, in una certa misura, negli Stati Uniti. “Ma ci sono così tante dinamiche in gioco che non oserei anticipare nulla di più” ha concluso Guiony. (mv)
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