Il mercato è pessimista su Kering, forse pure troppo

Il mercato è pessimista su Kering, forse pure troppo

Il mercato è troppo pessimista su Kering? Il gruppo annuncerà i risultati del primo semestre il 24 luglio. Barclays scrive che nel periodo aprile-giugno il brand ammiraglio Gucci segna una riduzione delle entrate del 19%. La banca non s’aspetta di meglio dagli altri brand della holding. Saint Laurent e la divisione che raggruppa le altre maison (come Balenciaga e Alexander McQueen) vanno entrambi incontro al –7%. Bottega Veneta, rimanendo alle previsioni di Barclays, spicca col +4%. Ma in uno scenario tanto grigio qualche analista vede già spuntare il sole.

Mercato pessimista su Kering

Il 20 marzo scorso il mercato del lusso fu scosso dall’alert di Kering, che preannunciava il crollo dei ricavi di Gucci. Il conglomerato francese guidato da François-Henri Pinault non prevede un miglioramento della performance di Gucci nel secondo trimestre, con una conseguente riduzione della marginalità. L’ebit del primo semestre dovrebbe diminuire del 40-45%. Quando manca ancora un mese alla pubblicazione della semestrale di Kering, Barclays vede in Gucci ancora il grande ammalato. Per il brand ammiraglio s’aspetta “un andamento organico del -19%”, per “2 miliardi di euro di ricavi”. Lo riporta MFF. Alla luce dei risultati previsti delle altre divisioni, Barclays, così come Jp Morgan, Goldman Sachs e Bernstein, valuta il titolo Kering come neutral.

 

 

Qualcuno fiducioso c’è

Prima del rialzo degli ultimi giorni, le azioni Kering avevano perso circa il 60% rispetto ai massimi del 2021. Ma, nonostante tutto, Morningstar afferma che il mercato è troppo pessimista a proposito delle sorti del gruppo. Per gli esperti dell’azienda finanziaria statunitense, “i problemi di Gucci non sono strutturali, ma ciclici, legati principalmente alle scelte del precedente direttore creativo”. Morningstar predica ottimismo perché Gucci “ha un forte potere di determinazione dei prezzi, ha una grande riconoscibilità del marchio, un alto controllo sulla rete di distribuzione, elevate risorse finanziarie del gruppo Kering e l’accesso ai talenti”. Per questo il brand ora sotto la guida di Sabato De Sarno ha “tutte le carte in regola per recuperare il terreno perso”. E ha già intrapreso azioni per favorirne il rilancio. “Siamo fiduciosi che il potenziamento del marketing e dei prodotti abbia un’alta probabilità di migliorare le performance, dato che il 70% dei ricavi proviene dai capi evergreen. Anche se i tempi della ripresa sono incerti, riteniamo che sia altamente improbabile che Gucci possa sottoperformare il settore del lusso”. (mv)

Foto da YSL

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