Un po’ per un principio di sostenibilità, molto di più (probabilmente) per ragioni di portafoglio. Il mercato della rivendita, alias il second hand, è in crescita e sembra avere un radioso futuro davanti a sé. Dai 28 miliardi di dollari stimati del 2019 (anno in cui circa 64 milioni di persone hanno acquistato prodotti di seconda mano) raggiungerà un giro di affari di 64 miliardi di dollari entro cinque anni. E nel 2024 arriverà a pesare il 17% del fatturato complessivo del settore abbigliamento e accessori, rispetto al 3% del 2009.
Il futuro radioso del second hand
I dati arrivano dal report annuale di ThredUp, società con sede a San Francisco che si definisce il “negozio dell’usato online più grande del mondo”. Secondo il report, citato da Retail Dive, il 79% dei consumatori prevede di ridurre la spesa per l’abbigliamento nei prossimi 12 mesi e l’80% afferma di avere già compiuto un acquisto di seconda mano o di essere interessato a farlo. Motivo? Risparmiare.
GenZ e MIllennials
Il crescente interesse verso questo mercato è testimoniato anche da altri riscontri. Per esempio, la percentuale di consumatori appartenenti alla Generazione Z che ha dichiarato di aver acquistato abbigliamento, calzature o accessori usati. Questo valore è passato dal 26% nel 2016 al 40%del 2019. Invece tra i Millennials la crescita è stata dal 21 al 30%, sempre tra il 2016 e il 2019.
Ai danni del fast fashion
Nei prossimi cinque anni, il 52% dei consumatori prevede di spendere di più per la moda di seconda mano, secondo ThredUp. Il report prevede che l’usato raggiungerà la fetta del 17% sul totale del mercato dell’abbigliamento e degli accessori nel 2029. Questo a discapito del fast fashion. Frye, Tory Burch, Kate Spade, Dooney & Bourke e RayBan sono in cima alla lista dei marchi con il miglior valore di rivendita. Borse, capispalla, abiti e stivali sono gli articoli che si dimostrano, dice il portale, “più rivendibili”. (mv)
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