Il second hand affascina il lusso. E non è un caso. Il giro d’affari vale circa 40 miliardi di dollari e promette di crescere. Molti marchi hanno già preso la decisione di entrarci, mentre i big ci investono già. Un fenomeno finito sotto riflettori di LVMH. Perché il second hand funziona così bene? Il desiderio di sostenibilità, connesso all’opportunità di prolungare la vita dei prodotti. L’opportunità di spendere meno, nonché di comprare pezzi introvabili o fuori mercato. Sono queste le molle che spingono i consumatori, soprattutto giovani, a rivolgersi al mercato della rivendita.
Quanto vale il mercato
La stima la fanno Boston Consulting Group e Vestiaire Collective in “The consumers behind fashion’s growing second hand market”. Il settore della rivendita vale attualmente tra i 30 e i 40 miliardi di dollari. E nei prossimi cinque anni incrementerà il suo valore con un tasso annuo di crescita composto (Cagr) tra il 15% e il 20%. Dallo studio, riporta MF Fashion, emerge che anche le griffe del lusso possono trarre vantaggio da questo mercato. Il 62% delle 7.000 persone intervistate (residenti in sei stati diversi) ha affermato che sarebbe più disposto ad acquistare brand attivi nel mercato dell’usato. Questo consentirebbe alle griffe non solo l’acquisizione di un nuovo target di clientela, ma anche la possibilità di studiare una strategia di fidelizzazione (nuovo-usato).
I big ci investono
Sul reselling stanno puntando grandi nomi del fashion. Come Gucci che, al pari di Burberry, ha siglato un accordo con The RealReal, e-tailer specializzato nella vendita di beni di lusso. Marco Bizzarri, CEO di Gucci, ha dichiarato a Vogue Business che il marchio italiano stava anche valutando un’ampia offerta nei propri negozi. Sempre secondo Vogue Business anche LVMH sta osservando da vicino e con attenzione l’evolversi della situazione. Per la environmental development director di LVMH Hélène Valade un rischio da eliminare è quello della contraffazione. (mv)
Immagine tratta da vestiairecollective.com
Leggi anche: