Quando l’intervistatrice di Madame, l’inserto de Le Figaro dedicato alla moda, chiede a Maria Grazia Chiuri quale sia il suo sogno più grande, la stilista può confessare di averlo già realizzato. La sua massima ambizione è sempre stata “creare un pezzo iconico e funzionale”, confessa la direttrice creativa di Dior. Be’, le è riuscito: “Credo che la Tote Book possa aspirare a questo titolo”.
Il sogno più grande di Chiuri
Certo, quella di Chiuri (in foto) sembrerà un eccesso di autostima. Invece, dalla sua chiacchierata con Madame emerge una visione della moda dove la personalità dello stilista non è al centro della scena, ma si infonde nella sua opera. “Non sono nostalgica per carattere, anche se soffro un po’ il narcisismo odierno, quando siamo tutti molto concentrati su noi stessi e ragioniamo poco in maniera collettiva – spiega –. Per questo collaborare con altri è un’attività che arricchisce tanto. Più che direttrice creativa, mi piace essere direttrice di comunità di creativi”. Questa volontà di fare rete più che di affermarsi in quanto individualità, spiega anche perché non ha mai pensato di fondare un brand proprio: “Preferisco donare un punto di vista sulla storia di una maison – afferma –. Preferisco la tradizione alla novità. Non sono abbastanza narcisista da desiderare il mio nome su una boutique”.
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