Il terremoto in LVMH Fashion Group è una cattiva notizia per tutti

Il terremoto in LVMH Fashion Group è una cattiva notizia per tutti

A neanche quattro mesi dal suo insediamento, l’avventura di Michael Burke ai vertici di LVMH Fashion Group (la divisione che raccoglie, tra gli altri, Celine, Givenchy e Loewe) è agli sgoccioli. È un’indiscrezione che raccoglie BoF da addetti ai lavori e che il gruppo francese del lusso non conferma. Quindi ci sono molti punti oscuri nella faccenda. Ma, intanto, una certezza c’è: se la frenesia del toto-manager e del fanta-stilista contagia anche il sodalizio che fa capo a Bernard Arnault, fin qui una delle poche fortezze nel tribolato mercato del lusso, vuol dire che gli orizzonti del business sono davvero complessi.

Cosa sappiamo (poco)

L’indiscrezione di BoF sul ritiro di Burke si accompagna a quella della testata investigativa online Glitz Paris. Ci sarebbero trattative avanzate per convincere Sidney Toledano, che ha lasciato l’incarico a gennaio, a riprendere la guida della divisione LVMH Fashion Group. Non si sa quale sarà il futuro di Burke, stretto collaboratore di Arnault dai primi anni ’80 e già CEO di Fendi, Bulgari e Louis Vuitton. Non si conoscono le ragioni del repentino avvicendamento. Potrebbero risedere nella necessità di riformulare l’organizzazione dei brand del portafogli, ipotizza BoF: Celine, ad esempio, ha superato il miliardo di fatturato e ha poco senso tenerlo nella stessa divisione con maison dalle dimensioni minori come Kenzo e Pucci. Ma potrebbe anche pesare l’insoddisfazione per la congiuntura.

 

 

Le note dolenti

Da BoF sono pronti a riconoscere le attenuanti a Burke, che si è trovato a gestire maison in situazioni difficili: “Givenchy è senza stilista – scrivono –, mentre Hedi Slimane (Celine) è impegnato in una spinosa trattativa contrattuale che potrebbe portarlo all’uscita dal gruppo”. Ma pesano sul bilancio del suo quadrimestre alla guida del Fashion Group alcune delusioni. Come il fatto che la categoria Moda e Pelletteria di LVMH ha segnato appena il +2% nel periodo gennaio-marzo 2024. E, soprattutto, che il corteggiamento ad Alessandro Michele (a lungo accostato a Fendi) si sia risolto in un nulla di fatto.

Inquietudine diffusa

Allargando lo sguardo, il nervosismo ai piani di LVMH non è un buon segnale per lo stato di salute del settore. L’osservatrice Susanna Nicoletti teme che possa essere il presagio di guai maggiori: “I francesi sono i prossimi ad essere in difficoltà? Nessuno è immune al 2024”. Il mercato dei beni personali di lusso aveva già poche certezze: ora potrebbe averne una in meno.

In foto al centro Burke (da LVMH), a destra e a sinistra accessori Givenchy

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