Kering balbetta e non tiene il ritmo dei competitor. La performance di Gucci rispecchia le caute aspettative degli analisti, mentre Saint Laurent gira meglio di Bottega Veneta. Nel primo trimestre 2023, Kering ha fatturato 5,08 miliardi di euro, +2% a cambi attuali e +1% a livello comparabile. Molto al di sotto del 23% di Hermès e del 18% di LVMH. “Come avevamo previsto, i risultati di Kering nel primo trimestre sono stati contrastanti“, osserva in un comunicato il CEO del conglomerato francese del lusso François-Henri Pinault. Così come “contrastante” è la rotta che la multinazionale deve affrontare per far svoltare la sua annata fiscale.
Il trimestre di Kering è “contrastante”
Il modesto aumento delle vendite di Kering è arrivato dopo il calo del 2% registrato nel quarto trimestre 2022 (-7% su base comparabile). I ricavi a quota 5,08 miliardi sono leggermente superiori alle stime degli analisti, che avevano previsto 5,04 miliardi. Le vendite di Gucci sono cresciute dell’1%, rispetto al calo del 14% registrato nel precedente trimestre. La griffe, però, ha beneficiato meno dei rivali del rimbalzo in Cina, mentre i ricavi sono diminuiti drasticamente negli Stati Uniti. “Non possiamo riguadagnare massicce quote di mercato in poche settimane”, spiega agli analisti il CFO, Jean-Marc Duplaix (fonte Reuters). Il manager ha sottolineato come il gruppo si stia concentrando su un posizionamento più esclusivo di Gucci, anche aprendo boutique riservate ai super ricchi (il prezzo più basso è 40.000 euro). Ci vorrà, però, ancora tempo prima che l’effetto-De Sarno (lo stilista che ha sostituito Michele alla direzione creativa del brand) sortisca gli effetti sperati. “La prima sfilata a cui avrà lavorato sarà quella di settembre per una collezione in vendita a inizio 2024”, conferma Duplaix.
Si ferma Bottega Veneta
Le vendite di Bottega Veneta sono rimaste invariate, rispetto al +6% del trimestre precedenti. Quelle di Saint Laurent sono aumentate dell’8%, contro il +4% del periodo ottobre-dicembre 2022. I risultati delle altre griffe di Kering confermano il trend depressivo: -9%, aggravando il -4% nel precedente trimestre quando lo scandalo pubblicitario travolse Balenciaga. “Le tendenze di Balenciaga e Alexander McQueen sono state positive. Le vendite di Brioni sono state, invece, eccellenti e la performance della gioielleria è stata straordinaria”, riferisce. Ma allora: cos’è successo? Semplice (si fa per dire): i ricavi wholesale del fashion business di Kering sono diminuiti del 32% a causa della situazione negli Stati Uniti e della strategia dei marchi per razionalizzare la distribuzione all’ingrosso (fonte WWD). (mv)
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